La valutazione della sostenibilità ambientale delle produzioni agricole svolge sempre di più un ruolo chiave nello sviluppo dell’azienda e per migliorare la presentazione del prodotto al consumatore. Provocatorio è lo slogan dell’intervento al recente Eurofruit Congress di Lima (9-11 novembre 2011) di Nic Jooste, direttore di marketing della Cool Fresh International: “Molto presto ci saranno solo due tipi di aziende ortofrutticole; quelle che falliranno e quelle certificate per la sostenibilità ambientale e responsabilità sociale d’impresa”. Nonostante l’accento sensazionalistico, tale affermazione non stupisce affatto: infatti da circa un ventennio molti studi internazionali evidenziano necessità e benefici di un approccio alla gestione aziendale che tenga conto della sostenibilità ambientale. Tali studi dimostrano che, soprattutto nel contesto americano e nordeuropeo, l’attenzione alla sostenibilità ambientale non solo ripaga gli investimenti, ma rappresenta una prassi indispensabile per mantenere la competitività sul mercato di aziende e cooperative. I maggiori benefici derivanti sono: - riduzione dei costi di gestione; - mitigazione dei rischi per ambiente e salute umana; - incremento quote di mercato; - miglioramento immagine dell'azienda o del marchio sul mercato. L’entità di tali benefici è incrementata da investimenti sull'applicazione di indicatori di performance ambientale e sul marketing. Lo strumento usato per ottenere tali benefici è la Certificazione Ambientale di Prodotto che può essere riferita a livelli differenti, nell'ambito dei quali l’EPD® (Enviromental Product Declaration) è la più importante. Attualmente sono solo 7 i marchi italiani del settore foods and beverages che hanno registrato una o più EPD® per i propri prodotti. L’azienda leader da questo punto di vista è Barilla, la quale ha registrato 9 EPD® per altrettanti prodotti; seguono Granarolo S.p.a. (3 prodotti), De Cecco (1 prodotto), Cerelia S.r.l. (1 prodotto), San Benedetto S.p.a (1 prodotto), Carlsberg Italia (1 prodotto), Ferrarelle S.p.a. (1 prodotto). È da evidenziare che ad oggi non risultano registrate EPD® per alcun prodotto frutticolo fresco o trasformato. Come si evince da questi dati, Barilla ha investito molto su questo tipo di certificazioni. In particolare l’azienda ha registrato le EPD® di diversi suoi prodotti, indicando anche impatti ambientali differenziali, a secondo della nazionalità delle materie prime e degli stabilimenti di lavorazione. Inoltre i risultati di queste EPD® sono espressi in modo efficace e comprensibile dal consumatore, sotto forma di valori di Carbon footprint, Water footprint e Ecological Footprint. Tali indicatori sono infatti considerati tra i più adatti ad essere applicati ai sistemi agro-industriali e sono applicati da tempo dal gruppo di ricerca proponente.

Certificare la sostenibilità: molti i vantaggi per l'azienda

CERUTTI, ALESSANDRO KIM;BECCARO, GABRIELE LORIS;DONNO, DARIO;MELLANO, Maria Gabriella;BOUNOUS, Giancarlo
2012-01-01

Abstract

La valutazione della sostenibilità ambientale delle produzioni agricole svolge sempre di più un ruolo chiave nello sviluppo dell’azienda e per migliorare la presentazione del prodotto al consumatore. Provocatorio è lo slogan dell’intervento al recente Eurofruit Congress di Lima (9-11 novembre 2011) di Nic Jooste, direttore di marketing della Cool Fresh International: “Molto presto ci saranno solo due tipi di aziende ortofrutticole; quelle che falliranno e quelle certificate per la sostenibilità ambientale e responsabilità sociale d’impresa”. Nonostante l’accento sensazionalistico, tale affermazione non stupisce affatto: infatti da circa un ventennio molti studi internazionali evidenziano necessità e benefici di un approccio alla gestione aziendale che tenga conto della sostenibilità ambientale. Tali studi dimostrano che, soprattutto nel contesto americano e nordeuropeo, l’attenzione alla sostenibilità ambientale non solo ripaga gli investimenti, ma rappresenta una prassi indispensabile per mantenere la competitività sul mercato di aziende e cooperative. I maggiori benefici derivanti sono: - riduzione dei costi di gestione; - mitigazione dei rischi per ambiente e salute umana; - incremento quote di mercato; - miglioramento immagine dell'azienda o del marchio sul mercato. L’entità di tali benefici è incrementata da investimenti sull'applicazione di indicatori di performance ambientale e sul marketing. Lo strumento usato per ottenere tali benefici è la Certificazione Ambientale di Prodotto che può essere riferita a livelli differenti, nell'ambito dei quali l’EPD® (Enviromental Product Declaration) è la più importante. Attualmente sono solo 7 i marchi italiani del settore foods and beverages che hanno registrato una o più EPD® per i propri prodotti. L’azienda leader da questo punto di vista è Barilla, la quale ha registrato 9 EPD® per altrettanti prodotti; seguono Granarolo S.p.a. (3 prodotti), De Cecco (1 prodotto), Cerelia S.r.l. (1 prodotto), San Benedetto S.p.a (1 prodotto), Carlsberg Italia (1 prodotto), Ferrarelle S.p.a. (1 prodotto). È da evidenziare che ad oggi non risultano registrate EPD® per alcun prodotto frutticolo fresco o trasformato. Come si evince da questi dati, Barilla ha investito molto su questo tipo di certificazioni. In particolare l’azienda ha registrato le EPD® di diversi suoi prodotti, indicando anche impatti ambientali differenziali, a secondo della nazionalità delle materie prime e degli stabilimenti di lavorazione. Inoltre i risultati di queste EPD® sono espressi in modo efficace e comprensibile dal consumatore, sotto forma di valori di Carbon footprint, Water footprint e Ecological Footprint. Tali indicatori sono infatti considerati tra i più adatti ad essere applicati ai sistemi agro-industriali e sono applicati da tempo dal gruppo di ricerca proponente.
2012
11
48
50
Environmental Product Declaration; Life Cycle Assessment; Ecological Footprint Analysis; Sustainable Farming; Frutticoltura sostenibile; certificazioni ambientali
Alessandro K. Cerutti; Gabriele L. Beccaro; Dario Donno; M. Gabriella Mellano; Giancarlo Bounous
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2318/101429
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