Negli anni Trenta, indagini effettuate nel settore sud-orientale dell’isola di Lemno, ad opera di due successivi direttori della Scuola Archeologica Italiana di Atene, rispettivamente A. Della Seta (1930) e G. Libertini (1939), portarono alla luce evidenze preziose circa le modalità dell’occupazione della chora di Efestia nell’età classica. Nel primo caso, a Paracheiri (Kaminia), si trattava di un peribolo funerario, un esempio tipico di una tipologia di monumento molto diffusa nelle necropoli classiche di Atene e dell’Attica. A dispetto della mancata conservazione dei segnacoli, i corredi delle undici tombe rinvenute hanno consentito di stabilire per il peribolo un lungo periodo di frequentazione, compreso tra la fine del V e l’inizio dell’ultimo terzo del IV sec. a.C. Il secondo scavo, a Katrakyles (Rossopouli), offriva pochi anni dopo la chiave di lettura capace di giustificare la presenza di un frammento di Kerameikos ateniese isolato nella campagna lemnia. Libertini scopriva infatti un peribolo dello stesso tipo, purtroppo spogliato in età moderna, annesso però ad una fattoria molto ben conservata, sita a breve distanza: una serie di vani disposti ad L sui due lati di un cortile, dove un apprestamento probabilmente destinato alla trasformazione dell’uva assicurava il carattere agrario dell’insediamento. I corredi di due delle quattro tombe scoperte hanno permesso di datare la costruzione del recinto in un periodo leggermente anteriore a quello di Paracheiri, possibilmente già nel terzo quarto del V sec. a.C., forse intorno al 430 a.C., mentre l’unico segnacolo conservato, una lekythos marmorea con i nomi iscritti di Diodoros, Thesmonike e Kallimachos, databile intorno al 370-60 a.C., induce ad ipotizzarne una continuità d’uso nel corso della prima metà del IV sec. a.C. Nel complesso, Paracheiri e Katrakyles attestano con grande evidenza la presenza di fattorie sparse con periboli funerari annessi nella chora di Efestia almeno a partire dal secondo quarto del V sec. a.C.: l’ideologia funeraria sottesa è indubbiamente ateniese; analogamente le modalità insediative sono in tutto corrispondenti a quelle dell’Attica coeva, quali emerse negli ultimi decenni di ricerca, in particolare nel settore meridionale della regione (Atene e Sounio) e nella Mesogeia. Il dato si presta chiaramente ad ulteriori riflessioni in merito al discusso statuto politico di Lemno nel V sec. Se sulla cleruchia del IV sec. a.C., posteriore cioè alla pace di Antalcida (387 a.C.), non esistono infatti dubbi - e tanto meno sul suo carattere radicatamente agrario, alla luce della recente scoperta della cd. legge del grano -, l’esistenza di cleruchi a Lemno nel V sec. rimane molto controversa. Riteniamo tuttavia che i dati archeologici, se opportunamente considerati e valorizzati, indichino la presenza di cittadini ateniesi a Lemno già nella seconda metà del V sec. a.C.

L’occupazione della chora in età classica

MARCHIANDI, DANIELA FRANCESCA
2008-01-01

Abstract

Negli anni Trenta, indagini effettuate nel settore sud-orientale dell’isola di Lemno, ad opera di due successivi direttori della Scuola Archeologica Italiana di Atene, rispettivamente A. Della Seta (1930) e G. Libertini (1939), portarono alla luce evidenze preziose circa le modalità dell’occupazione della chora di Efestia nell’età classica. Nel primo caso, a Paracheiri (Kaminia), si trattava di un peribolo funerario, un esempio tipico di una tipologia di monumento molto diffusa nelle necropoli classiche di Atene e dell’Attica. A dispetto della mancata conservazione dei segnacoli, i corredi delle undici tombe rinvenute hanno consentito di stabilire per il peribolo un lungo periodo di frequentazione, compreso tra la fine del V e l’inizio dell’ultimo terzo del IV sec. a.C. Il secondo scavo, a Katrakyles (Rossopouli), offriva pochi anni dopo la chiave di lettura capace di giustificare la presenza di un frammento di Kerameikos ateniese isolato nella campagna lemnia. Libertini scopriva infatti un peribolo dello stesso tipo, purtroppo spogliato in età moderna, annesso però ad una fattoria molto ben conservata, sita a breve distanza: una serie di vani disposti ad L sui due lati di un cortile, dove un apprestamento probabilmente destinato alla trasformazione dell’uva assicurava il carattere agrario dell’insediamento. I corredi di due delle quattro tombe scoperte hanno permesso di datare la costruzione del recinto in un periodo leggermente anteriore a quello di Paracheiri, possibilmente già nel terzo quarto del V sec. a.C., forse intorno al 430 a.C., mentre l’unico segnacolo conservato, una lekythos marmorea con i nomi iscritti di Diodoros, Thesmonike e Kallimachos, databile intorno al 370-60 a.C., induce ad ipotizzarne una continuità d’uso nel corso della prima metà del IV sec. a.C. Nel complesso, Paracheiri e Katrakyles attestano con grande evidenza la presenza di fattorie sparse con periboli funerari annessi nella chora di Efestia almeno a partire dal secondo quarto del V sec. a.C.: l’ideologia funeraria sottesa è indubbiamente ateniese; analogamente le modalità insediative sono in tutto corrispondenti a quelle dell’Attica coeva, quali emerse negli ultimi decenni di ricerca, in particolare nel settore meridionale della regione (Atene e Sounio) e nella Mesogeia. Il dato si presta chiaramente ad ulteriori riflessioni in merito al discusso statuto politico di Lemno nel V sec. Se sulla cleruchia del IV sec. a.C., posteriore cioè alla pace di Antalcida (387 a.C.), non esistono infatti dubbi - e tanto meno sul suo carattere radicatamente agrario, alla luce della recente scoperta della cd. legge del grano -, l’esistenza di cleruchi a Lemno nel V sec. rimane molto controversa. Riteniamo tuttavia che i dati archeologici, se opportunamente considerati e valorizzati, indichino la presenza di cittadini ateniesi a Lemno già nella seconda metà del V sec. a.C.
2008
Hephaestia 2000-06. Ricerche e scavi della Scuola Archeologica Italiana di Atene in collaborazione con il Dipartimento di Archeologia e Storia delle Arti dell’Università di Siena
Scuola Archeologica Italiana di Atene
Tekmeria
6
107
124
8887744157
Atene; Lemnos; cleruchie; colonialismo antico; insediamento rurale; fattorie; periboli funerari
Daniela Marchiandi
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