Il libro individua nella dimensione progettuale la chiave della pedagogia contemporanea, che consente di sfuggire sia all’ovvio, alle abitudini, al “si è sempre fatto così” chiarendosi il senso ultimo delle proprie azioni e il loro fine educativo, sia all’improvvisazione che toglie la coscienza dello scopo. Nel corso del lavoro, dopo aver inserito l’esigenza progettuale nel complesso panorama culturale attuale, si individuano tre pilastri nell’esplicarsi della dimensione progettuale all’interno del contesto educativo: il tempo, visto nel duplice senso di educare nel tempo e parallelamente esigenza di educare al tempo; l’identità da cogliere come presupposto e anche fine del percorso educativo; la trasformazione da intendere come scopo di tutti i progetti ma anche come condizione da rispettare perché i progetti stessi non si traducano in programmi già scritti ma si aprano all’imprevisto e sappiano governarlo. L’ultimo capitolo infine presenta i fondamenti di un’educazione alla progettualità che, partendo dal desiderio, dalla capacità di non negarlo, riconoscerlo e coltivarlo, conduca ad un esercizio precoce, e in ambiente protetto, di una serie di dimensioni che è importante potenziare per garantire all’uomo il pieno compimento di sé.
Progetto e persona. Percorsi di progettualità educativa
ZONCA, Paola
2004-01-01
Abstract
Il libro individua nella dimensione progettuale la chiave della pedagogia contemporanea, che consente di sfuggire sia all’ovvio, alle abitudini, al “si è sempre fatto così” chiarendosi il senso ultimo delle proprie azioni e il loro fine educativo, sia all’improvvisazione che toglie la coscienza dello scopo. Nel corso del lavoro, dopo aver inserito l’esigenza progettuale nel complesso panorama culturale attuale, si individuano tre pilastri nell’esplicarsi della dimensione progettuale all’interno del contesto educativo: il tempo, visto nel duplice senso di educare nel tempo e parallelamente esigenza di educare al tempo; l’identità da cogliere come presupposto e anche fine del percorso educativo; la trasformazione da intendere come scopo di tutti i progetti ma anche come condizione da rispettare perché i progetti stessi non si traducano in programmi già scritti ma si aprano all’imprevisto e sappiano governarlo. L’ultimo capitolo infine presenta i fondamenti di un’educazione alla progettualità che, partendo dal desiderio, dalla capacità di non negarlo, riconoscerlo e coltivarlo, conduca ad un esercizio precoce, e in ambiente protetto, di una serie di dimensioni che è importante potenziare per garantire all’uomo il pieno compimento di sé.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.