Chierici, predicatori e santi. Fra interpretazione del mondo e progettazione della società

Il contributo affronta il problema del ruolo dell’intellettuale nell’Occidente medievale partendo dall’assunto che il mutamento più significativo apportato dalla cristianizzazione alla concezione del sapere e al ruolo degli uomini di scienza sia stato il riconoscimento di una funzione pubblica e sociale dell’erudizione. Alla concezione classica della cultura e del sapere (“paideia”) come elementi identificativi di un lignaggio o come strumenti di ascesa sociale, il cristianesimo aveva sostituito la necessità degli uomini di cultura di «farsi capire» per convertire il mondo. A questo modello di intellettuale “impegnato” si adeguarono, negli ultimi secoli del medioevo, gli intellettuali degli Ordini mendicanti. Il contributo analizza gli strumenti di cui quegli intellettuali si avvalsero per comunicare in modo efficace i loro modelli sociali e di comportamento, e quindi i nessi tra la interpretazione cristiana del mondo e i linguaggi della progettazione politica.