Aalis, Alice: dalla Francia medievale all’Italia contemporanea, passando per l’Inghilterra dell’Ottocento

«La storia del nome Alice è molto interessante». Così Tagliavini (1972) introduce la pagina dedicata a un personale che affonda le proprie radici etimologiche nel mondo germanico e che lungo il proprio cammino ha vissuto due distinte fasi di marcata circolazione, entrambe legate a fattori letterari: dapprima, attraverso la figura sfuggente della “belle Aalis” rintracciabile nell’epica e nel romanzo medievale di area francese, con probabile ascendenza nelle chansons de danse, poi, rotto il “silenzio” dei secoli XVII e XVIII, grazie ad alcuni componimenti ottocenteschi d’oltremanica, tra i quali, più di ogni altro, il celebre libro per ragazzi Alice’s Adventures in Wonderland di Lewis Carroll (1865). Per l’Italia, in tempi più recenti, si sono affastellati non pochi scritti che raccolgono quest’ultima suggestione onomastica, fino al caso emblematico della giovane Alice che torna ad abitare Il paese delle meraviglie di Giuseppe Culicchia (2004). Elementi variegati, che sollecitano uno studio onomastico comparativo allargato a una tradizione millenaria, possibilmente condotto con sguardo filologico e sensibilità critico-letteraria.