Il carnevale mette il “mondo alla rovescia”: per questo consente una peculiare, spesso alternativa, comprensione dei fenomeni culturali della realtà contemporanea. È un antico strumento di organizzazione delle pulsioni e dei desideri, che tenta di affrontare il caos dell’esistenza alla conquista dell’ affermazione del “sé” proponendo un modo sociale di stare al mondo intriso di utopia. Non è l’unica risposta al rischio e alla fatica di vivere; ma è certamente una risposta che va oltre la reazione pura e semplice e che, anzi, genera elaborate forme culturali di organizzazione di inquietudini e di conflitti. Un ruolo centrale vi è attribuito ai suoni: la musica e i fenomeni acustici lavorano attivamente entro tutte le manifestazioni, festive e no, in cui le culture oggi propongono visioni alternative della realtà, mondi utopici, forme di rovesciamento temporaneo delle convenzioni e del senso “ordinario” della vita. La sfera sonora è perciò un formidabile strumento di interpretazione delle espressioni culturali, capace di svelare tensioni creative impegnate a costruire nella performance un immaginario attraverso il quale le comunità ritrovino - almeno nelle intenzioni - il loro spirito solidale. Il concetto trasversale usato entro diversi casi concreti di studio è “carnevalizzazione”. Sotto questa parola chiave allignano molteplici processi diffusi nella contemporaneità, interni ai modi della comunicazione e della formazione del consenso, dell’espressione della volontà e dei desideri collettivi, della riorganizzazione di gerarchie di valori. Contro il luogo comune del dominio unilaterale dei meccanismi della spettacolarità diffusa, indotta dall’apparato dei media e dal sistema della globalizzazione, i saggi del libro chiariscono come nei comportamenti culturali l’ assunzione sempre crescente di occasioni di riscatto, di risposta polemica versus l’appiattimento e l’ omologazione dominanti costituisca una via di costruzione “dal basso” di alternative e di difesa delle autonomie che vorrebbero restituire alla “carnevalizzazione” anche il senso positivo ricavato dalla creatività carnevalesca di sempre. Un'ambiguità (o polisemia) del carnevalesco contemporaneo segnata dal concetto di “liminarità”, che definisce i dispositivi di frontiera entro cui l’eccezionalità si mostra sotto il segno del rovesciamento, di abbandono “performato” a pratiche ludiche ma spesso “serie”, persino solenni, di uso propositivo della finzione, dell’incompiutezza, dell’utopia più o meno sviluppata: epifanie di senso che riguardano modi essenziali della resistenza culturale di rilevanti comunità contro l’appiattimento, l’omologazione, la perdita dell’autonomia soggettiva.

Suoni e carnevalizzazione

GUIZZI, Febo
2013-01-01

Abstract

Il carnevale mette il “mondo alla rovescia”: per questo consente una peculiare, spesso alternativa, comprensione dei fenomeni culturali della realtà contemporanea. È un antico strumento di organizzazione delle pulsioni e dei desideri, che tenta di affrontare il caos dell’esistenza alla conquista dell’ affermazione del “sé” proponendo un modo sociale di stare al mondo intriso di utopia. Non è l’unica risposta al rischio e alla fatica di vivere; ma è certamente una risposta che va oltre la reazione pura e semplice e che, anzi, genera elaborate forme culturali di organizzazione di inquietudini e di conflitti. Un ruolo centrale vi è attribuito ai suoni: la musica e i fenomeni acustici lavorano attivamente entro tutte le manifestazioni, festive e no, in cui le culture oggi propongono visioni alternative della realtà, mondi utopici, forme di rovesciamento temporaneo delle convenzioni e del senso “ordinario” della vita. La sfera sonora è perciò un formidabile strumento di interpretazione delle espressioni culturali, capace di svelare tensioni creative impegnate a costruire nella performance un immaginario attraverso il quale le comunità ritrovino - almeno nelle intenzioni - il loro spirito solidale. Il concetto trasversale usato entro diversi casi concreti di studio è “carnevalizzazione”. Sotto questa parola chiave allignano molteplici processi diffusi nella contemporaneità, interni ai modi della comunicazione e della formazione del consenso, dell’espressione della volontà e dei desideri collettivi, della riorganizzazione di gerarchie di valori. Contro il luogo comune del dominio unilaterale dei meccanismi della spettacolarità diffusa, indotta dall’apparato dei media e dal sistema della globalizzazione, i saggi del libro chiariscono come nei comportamenti culturali l’ assunzione sempre crescente di occasioni di riscatto, di risposta polemica versus l’appiattimento e l’ omologazione dominanti costituisca una via di costruzione “dal basso” di alternative e di difesa delle autonomie che vorrebbero restituire alla “carnevalizzazione” anche il senso positivo ricavato dalla creatività carnevalesca di sempre. Un'ambiguità (o polisemia) del carnevalesco contemporaneo segnata dal concetto di “liminarità”, che definisce i dispositivi di frontiera entro cui l’eccezionalità si mostra sotto il segno del rovesciamento, di abbandono “performato” a pratiche ludiche ma spesso “serie”, persino solenni, di uso propositivo della finzione, dell’incompiutezza, dell’utopia più o meno sviluppata: epifanie di senso che riguardano modi essenziali della resistenza culturale di rilevanti comunità contro l’appiattimento, l’omologazione, la perdita dell’autonomia soggettiva.
2013
Maschere di suoni - Costruzione del caos e affermazione di sé - Per un’antropologia sonora della liminarità contemporanea
LIM- Libreria Musicale Italiana
7
139
9788870967340
http://www.suonoeimmagine.unito.it/mascheredisuono/index.html
Febo Guizzi
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2318/143183
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