L’indagine archeologica nel sito di Montessoro (Isola del Cantone, GE) rientra in un progetto di archeologia tardoantica e medievale del comprensorio dell’alta Valle Scrivia, promosso dalla Cattedra di Archeologia Medievale dell’Università degli Studi di Torino e finalizzato allo studio del popolamento e delle strutture del territorio dell’Appennino ligure-piemontese. Le indagini sono state dirette da Mariamaddalena Negro Ponzi e coordinate sul campo da Giovanni Battista Parodi e Paolo de Vingo, coadiuvati da Valeria Fravega, Daniela De Conca e Marco Ippolito. Le tre campagne di scavo (2009-2011) hanno visto la partecipazione di studenti, laureandi e specializzandi, delle Università di Torino e Genova. La ricerca ha interessato un terreno di proprietà privata (660 metri s.l.m.) coltivato a erba medica, ubicato su uno dei ripiani artificiali di mezza costa sovrastanti l’abitato di Montessoro (alta valle dello Spinti, affluente di destra del torrente Scrivia), adiacente ai ruderi del castello eretto nel XIV secolo dalla famiglia Spinola. Qui, negli anni ’90 del secolo scorso, durante i lavori di aratura era stato rinvenuto un discreto quantitativo di laterizi di Età romana. Le ricognizioni di superficie, svolte da G.B. Parodi nell’ambito del progetto di dottorato di ricerca dal titolo 'Popolamento e strutture del territorio nelle aree rurali del Genovesato e in alta Valle Scrivia tra tarda antichità e XV secolo' (Università degli Studi di Siena – XX ciclo), avevano inoltre consentito di documentare cinque concentrazioni di laterizi (tegole e coppi), posizionate nella porzione nord orientale dell’appezzamento, per un’estensione totale di circa 400 mq. L’apertura di un’area di scavo di 300 mq, ampliata nel 2011 fino a raggiungere i 700 mq, ha permesso di riportare in luce un insediamento rurale verosimilmente sottoposto alla giurisdizione del municipium di Libarna e collegato alla rete viaria di sentieri e mulattiere, alternativa e di supporto alla via Postumia, che da Genova permetteva di raggiungere la città piemontese e i centri della Pianura Padana. L’insediamento, caratterizzato da una prima fase edilizia databile tra la fine dell’Età repubblicana e l’inizio dell’Età imperiale, fu rioccupato stabilmente tra il IV e il V secolo d.C. Quattro degli otto edifici riportati in luce sono stati indagati integralmente. La prosecuzione delle indagini, associata allo studio sistematico dei materiali rinvenuti, alle analisi archeometriche, a quelle sedimentologiche, faunistiche e paleobotaniche condotte sui campioni prelevati, consentirà di completare il quadro cronologico, funzionale, socio-economico, culturale e ambientale del sito.

Le indagini archeologiche nell'insediamento romano e tardoantico di Montessoro (Isola del Cantone, GE): campagne 2009-2011

DE VINGO, Paolo;
2012-01-01

Abstract

L’indagine archeologica nel sito di Montessoro (Isola del Cantone, GE) rientra in un progetto di archeologia tardoantica e medievale del comprensorio dell’alta Valle Scrivia, promosso dalla Cattedra di Archeologia Medievale dell’Università degli Studi di Torino e finalizzato allo studio del popolamento e delle strutture del territorio dell’Appennino ligure-piemontese. Le indagini sono state dirette da Mariamaddalena Negro Ponzi e coordinate sul campo da Giovanni Battista Parodi e Paolo de Vingo, coadiuvati da Valeria Fravega, Daniela De Conca e Marco Ippolito. Le tre campagne di scavo (2009-2011) hanno visto la partecipazione di studenti, laureandi e specializzandi, delle Università di Torino e Genova. La ricerca ha interessato un terreno di proprietà privata (660 metri s.l.m.) coltivato a erba medica, ubicato su uno dei ripiani artificiali di mezza costa sovrastanti l’abitato di Montessoro (alta valle dello Spinti, affluente di destra del torrente Scrivia), adiacente ai ruderi del castello eretto nel XIV secolo dalla famiglia Spinola. Qui, negli anni ’90 del secolo scorso, durante i lavori di aratura era stato rinvenuto un discreto quantitativo di laterizi di Età romana. Le ricognizioni di superficie, svolte da G.B. Parodi nell’ambito del progetto di dottorato di ricerca dal titolo 'Popolamento e strutture del territorio nelle aree rurali del Genovesato e in alta Valle Scrivia tra tarda antichità e XV secolo' (Università degli Studi di Siena – XX ciclo), avevano inoltre consentito di documentare cinque concentrazioni di laterizi (tegole e coppi), posizionate nella porzione nord orientale dell’appezzamento, per un’estensione totale di circa 400 mq. L’apertura di un’area di scavo di 300 mq, ampliata nel 2011 fino a raggiungere i 700 mq, ha permesso di riportare in luce un insediamento rurale verosimilmente sottoposto alla giurisdizione del municipium di Libarna e collegato alla rete viaria di sentieri e mulattiere, alternativa e di supporto alla via Postumia, che da Genova permetteva di raggiungere la città piemontese e i centri della Pianura Padana. L’insediamento, caratterizzato da una prima fase edilizia databile tra la fine dell’Età repubblicana e l’inizio dell’Età imperiale, fu rioccupato stabilmente tra il IV e il V secolo d.C. Quattro degli otto edifici riportati in luce sono stati indagati integralmente. La prosecuzione delle indagini, associata allo studio sistematico dei materiali rinvenuti, alle analisi archeometriche, a quelle sedimentologiche, faunistiche e paleobotaniche condotte sui campioni prelevati, consentirà di completare il quadro cronologico, funzionale, socio-economico, culturale e ambientale del sito.
2012
XXXIX
149
174
Insediamento rurale; Anfore romane tardoantiche; Sigillata italica; Ceramica comune depurata
de Vingo P.; Negro Ponzi M.M.; Parodi G.B.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2318/143201
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