Il contributo più importante del lavoro è l’analisi economica della coltivazione del frumento tenero distinto in processi produttivi corrispondenti a precise tipologie commerciali. I risultati ottenuti vanno collocati in un contesto di mercato molto complesso riferito al periodo 2007-2009: la lettura dei dati va fatta considerando che le circa quaranta aziende del campione si sono confrontate con un insieme di fatti ed eventi di notevole complessità. Ciò premesso, il primo risultato che la ricerca ha prodotto è la presentazione di costi colturali, ricavi e redditi lordi suddivisi in tanti processi produttivi quanti sono stati i processi del frumento rilevati nelle aziende del campione. Ciò allo scopo di fornire una quantificazione fin’ora mancante della redditività delle singole classi merceologiche del frumento in aree dove la coltura è diffusa in Piemonte. Si è potuto così indicare una soddisfacente redditività per il frumento di forza e da moltiplicazione, per il biscottiero, da infanzia e biologico. Proprio il sistema consortile, con il suo quotidiano confronto con gli acquirenti, ha messo a fuoco le crescenti difficoltà di rispondere alle richieste di molini e dell’industria della seconda trasformazione. L’evoluzione della agrotecnica è stata affiancata anche da modalità di formazione del prezzo che diventano sempre più premianti, in funzione di parametri tecnologici ormai noti. Tutto ciò nell’ottica di qualificare sempre di più i prodotti. I “costi per la qualità tecnologica” sono stati in questo lavoro individuati nella spesa sostenuta per l’acquisto di sementi certificate, e per lo svolgimento delle due sopracitate operazioni colturali. Tale “costo per la qualità” espresso sul costo variabile complessivo, è risultato abbastanza contenuto, pari a circa il 16-22%. L’acquisto di sementi certificate ha un peso compreso tra il 7 e il 10% del costo variabile complessivo; tra il 4 e il 6% la difesa in levata; tra il 5 e il 6% circa è l’incidenza della concimazione azotata in spigatura. Si tratta di costi relativamente contenuti, a fronte della capacità di rispondere alle esigenze degli acquirenti.

La sostenibilità economica della produzione di frumento di elevata qualità tecnologica in Piemonte

MANCUSO, Teresina
2013-01-01

Abstract

Il contributo più importante del lavoro è l’analisi economica della coltivazione del frumento tenero distinto in processi produttivi corrispondenti a precise tipologie commerciali. I risultati ottenuti vanno collocati in un contesto di mercato molto complesso riferito al periodo 2007-2009: la lettura dei dati va fatta considerando che le circa quaranta aziende del campione si sono confrontate con un insieme di fatti ed eventi di notevole complessità. Ciò premesso, il primo risultato che la ricerca ha prodotto è la presentazione di costi colturali, ricavi e redditi lordi suddivisi in tanti processi produttivi quanti sono stati i processi del frumento rilevati nelle aziende del campione. Ciò allo scopo di fornire una quantificazione fin’ora mancante della redditività delle singole classi merceologiche del frumento in aree dove la coltura è diffusa in Piemonte. Si è potuto così indicare una soddisfacente redditività per il frumento di forza e da moltiplicazione, per il biscottiero, da infanzia e biologico. Proprio il sistema consortile, con il suo quotidiano confronto con gli acquirenti, ha messo a fuoco le crescenti difficoltà di rispondere alle richieste di molini e dell’industria della seconda trasformazione. L’evoluzione della agrotecnica è stata affiancata anche da modalità di formazione del prezzo che diventano sempre più premianti, in funzione di parametri tecnologici ormai noti. Tutto ciò nell’ottica di qualificare sempre di più i prodotti. I “costi per la qualità tecnologica” sono stati in questo lavoro individuati nella spesa sostenuta per l’acquisto di sementi certificate, e per lo svolgimento delle due sopracitate operazioni colturali. Tale “costo per la qualità” espresso sul costo variabile complessivo, è risultato abbastanza contenuto, pari a circa il 16-22%. L’acquisto di sementi certificate ha un peso compreso tra il 7 e il 10% del costo variabile complessivo; tra il 4 e il 6% la difesa in levata; tra il 5 e il 6% circa è l’incidenza della concimazione azotata in spigatura. Si tratta di costi relativamente contenuti, a fronte della capacità di rispondere alle esigenze degli acquirenti.
2013
DISAFA – Department of Agricultural, Forest and Food Sciences University of Turin, Italy
1
116
9788890863677
Teresina Mancuso
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