Il tema della formazione dell’immagine in RM si basa su concetti esclusivi e totalmente differenti da quelli di altre metodiche radiologiche. Il segnale proveniente dai tessuti sotto forma di radiofrequenze non è associato a un’informazione di tipo spaziale, come avviene in radiologia digitale o in tomografia computerizzata (TC) dove il fascio radiogeno primario segue traiettorie rettilinee dalla sorgente al rivelatore. Le onde RF si propagano in ogni direzione dello spazio e sono rilevate dalle bobine, le quali misurano un segnale a prescindere dalla sua provenienza. In questo capitolo si affrontano alcune tecniche per conferire al segnale informazioni di tipo spaziale. Per ricostruire l’immagine occorre eccitare in modo selettivo uno strato o un volume definito di tessuto e, al suo interno, attribuire al segnale proveniente da diverse regioni un’opportuna “codifica”, ovvero una differenziazione secondo un criterio prestabilito e con la possibilità di “decodifica” successivamente all’acquisizione. Quest’operazione è resa possibile grazie all’azione di campi magnetici aggiuntivi, denominati gradienti, che permettono di alterare la frequenza e la fase dei segnali prodotti in modo controllato. Il “codice” utilizzato si basa su un potente strumento matematico nell’ambito dell’elaborazione di immagini: la trasformata di Fourier, spiegata da un punto di vista pratico con un minimo ricorso al pur importante formalismo matematico.

La formazione dell'immagine

CORIASCO, Mario Gino;RABELLINO, Sergio
2014-01-01

Abstract

Il tema della formazione dell’immagine in RM si basa su concetti esclusivi e totalmente differenti da quelli di altre metodiche radiologiche. Il segnale proveniente dai tessuti sotto forma di radiofrequenze non è associato a un’informazione di tipo spaziale, come avviene in radiologia digitale o in tomografia computerizzata (TC) dove il fascio radiogeno primario segue traiettorie rettilinee dalla sorgente al rivelatore. Le onde RF si propagano in ogni direzione dello spazio e sono rilevate dalle bobine, le quali misurano un segnale a prescindere dalla sua provenienza. In questo capitolo si affrontano alcune tecniche per conferire al segnale informazioni di tipo spaziale. Per ricostruire l’immagine occorre eccitare in modo selettivo uno strato o un volume definito di tessuto e, al suo interno, attribuire al segnale proveniente da diverse regioni un’opportuna “codifica”, ovvero una differenziazione secondo un criterio prestabilito e con la possibilità di “decodifica” successivamente all’acquisizione. Quest’operazione è resa possibile grazie all’azione di campi magnetici aggiuntivi, denominati gradienti, che permettono di alterare la frequenza e la fase dei segnali prodotti in modo controllato. Il “codice” utilizzato si basa su un potente strumento matematico nell’ambito dell’elaborazione di immagini: la trasformata di Fourier, spiegata da un punto di vista pratico con un minimo ricorso al pur importante formalismo matematico.
2014
Elementi di risonanza magnetica. Dal protone alle sequenze per le principali applicazioni diagnostiche
Springer-Verlag Italia srl
55
88
9788847056404
Ricostruzione dell'immagine RM, Trasformata di Fourier, Gradienti di campo magnetico, Codifica di frequenza, Codifica di fase, tecnica multislice, imaging parallelo, SENSE, SMASH, Rectangular FOV, Half-Fourier
CORIASCO, M; RAMPADO, O; RABELLINO, S
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2318/1523204
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