Premessa Le evidenze scientifiche sulle politerapie sono decisamente sfavorevoli e non esistono evidenze a supporto dei trattamenti a tempo indeterminato (con la sola eccezione degli studi sulle recidive, che sono spesso metodologicamente molto discutibili). Nel Luglio 2013 sono stati pubblicati i risultati di uno studio randomizzato controllato (Wunderink, JAMA Psychiatry) che hanno confermato i risultati (omogenei) di numerosi studi osservazionali condotti in precedenza, che confrontavano gli esiti dei gruppi in trattamento farmacologico continuativo con quello dei gruppi in trattamento farmacologico temporaneo od assente (Whitaker, 2010). Metodi e risultati Uno studio, da poco concluso, sulla mortalità ad un anno dalla dimissione da un reparto di psichiatria, relativo alla popolazione di Torino, conferma – anche per l’Italia - tutte le preoccupazioni che sono state formulate, a livello internazionale, sull’eccesso dei tassi di mortalità nelle persone in trattamento con antipsicotici rispetto alla popolazione generale. Sono stati presi in considerazione 8164 soggetti residenti in Torino ricoverati tra il 1° Gennaio 1995 e il 31 Dicembre 2011 e dimessi con schizofrenia, disturbo bipolare, stato paranoide e altre psicosi non organiche come diagnosi principale. Sono stati osservati rapporti standardizzati di mortalità (SMR) in media 4 volte più elevati rispetto alla popolazione generale. Gli SMR erano particiolarmente elevati nella fascia di età 15-44 anni, e soprattutto per quanto riguarda i suicidi (SMR=103), le cause respiratorie (SMR=52), le cause alcol correlate (SMR=23), l’ischemia cardiaca (SMR=21), le cause metaboliche (SMR=14), e le cause fumo correlate (SMR=10). E’ ancora da studiare il contributo della terapia farmacologica all’eccesso di mortalità osservato. Conclusioni E’ necessario che le future politiche di salute mentale, locali, regionali e nazionali, pongano vincoli espliciti di monitoraggio di tutti i soggetti che avviano un trattamento con antipsicotici (sul modello, già ampiamente collaudato, della clozapina). Le strategie di riduzione e sospensione devono entrare a far parte dei protocolli di gestione ordinaria del trattamento farmacologico in tutti i Dipartimenti di Salute Mentale in Italia.

La mortalità precoce nei disturbi psicotici: una ricerca condotta a Torino sulle coorti di pazienti ospedalizzati. Implicazioni per lo sviluppo di politiche di prevenzione e di riduzione del danno iatrogeno

VIGNA-TAGLIANTI, Federica;
2014-01-01

Abstract

Premessa Le evidenze scientifiche sulle politerapie sono decisamente sfavorevoli e non esistono evidenze a supporto dei trattamenti a tempo indeterminato (con la sola eccezione degli studi sulle recidive, che sono spesso metodologicamente molto discutibili). Nel Luglio 2013 sono stati pubblicati i risultati di uno studio randomizzato controllato (Wunderink, JAMA Psychiatry) che hanno confermato i risultati (omogenei) di numerosi studi osservazionali condotti in precedenza, che confrontavano gli esiti dei gruppi in trattamento farmacologico continuativo con quello dei gruppi in trattamento farmacologico temporaneo od assente (Whitaker, 2010). Metodi e risultati Uno studio, da poco concluso, sulla mortalità ad un anno dalla dimissione da un reparto di psichiatria, relativo alla popolazione di Torino, conferma – anche per l’Italia - tutte le preoccupazioni che sono state formulate, a livello internazionale, sull’eccesso dei tassi di mortalità nelle persone in trattamento con antipsicotici rispetto alla popolazione generale. Sono stati presi in considerazione 8164 soggetti residenti in Torino ricoverati tra il 1° Gennaio 1995 e il 31 Dicembre 2011 e dimessi con schizofrenia, disturbo bipolare, stato paranoide e altre psicosi non organiche come diagnosi principale. Sono stati osservati rapporti standardizzati di mortalità (SMR) in media 4 volte più elevati rispetto alla popolazione generale. Gli SMR erano particiolarmente elevati nella fascia di età 15-44 anni, e soprattutto per quanto riguarda i suicidi (SMR=103), le cause respiratorie (SMR=52), le cause alcol correlate (SMR=23), l’ischemia cardiaca (SMR=21), le cause metaboliche (SMR=14), e le cause fumo correlate (SMR=10). E’ ancora da studiare il contributo della terapia farmacologica all’eccesso di mortalità osservato. Conclusioni E’ necessario che le future politiche di salute mentale, locali, regionali e nazionali, pongano vincoli espliciti di monitoraggio di tutti i soggetti che avviano un trattamento con antipsicotici (sul modello, già ampiamente collaudato, della clozapina). Le strategie di riduzione e sospensione devono entrare a far parte dei protocolli di gestione ordinaria del trattamento farmacologico in tutti i Dipartimenti di Salute Mentale in Italia.
2014
XI Congresso Nazionale della Società Italiana di Epidemiologia Psichiatrica
Trieste
12-14 Giugno 2014
Programma
SIEP
7
7
http://www.siep.it/
Tibaldi G; Vigna-Taglianti F; Brambilla R; Diecidue R
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2318/158002
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