Il giovane editore CasaSirio presenta due volumi che arricchiscono in maniera originale il genere del giallo e del mistero, entrambi collegati a Conan Doyle. Dell’autore di Sherlock Holmes, Hornung era cognato. Il suo Raffles è un geniale ladro-gentiluomo nella scia di Rocambole. Creduto morto, assume una nuova identità di anziano malato ed esce di notte per attuare i suoi colpi. In questa serie di avventure deve persino lottare contro la camorra in trasferta a Londra, e organizzare un’altra finta morte per sfuggire a una focosa ex-amante. Il narratore è il suo aiutante Bunny: fedele e un po’ ingenuo, spesso è lasciato da Raffles all’oscuro dei suoi piani fino all’ultimo – elemento di suspence che rende queste storie davvero godibili. Rubata una coppa d’oro dal British Museum, Raffles la rispedisce (con omaggi) a Queen Victoria in persona: “Mio caro Bunny, siamo stati dominati per più di sessant’anni dalla regina più squisita che il mondo abbia mai visto.” Come succederà ai Quattro Giusti di Edgar Wallace, prima giustizieri anti-sistema e poi braccio della legge con venature anti-germaniche, Raffles rigurgita di acritico patriottismo. Non a caso gli ultimi capitoli sono dominati dal fervore per la guerra anglo-boera, che porterà a un eroico arruolamento: “Quell’inverno vide meno criminalità di tutti gli anni passati; di certo non ce n’era l’ombra in Raffles. E dire che c’era chi criticava la guerra!” Il romanzo cult di Hockensmith è ambientato qualche anno prima, nel 1893, ma in Montana, dove “ci sono due cose dalle quali proprio non puoi scappare: la polvere e la morte.” I fratelli Amlingmeyer sono due cowboy ridotti piuttosto male. Pur essendo analfabeta, Gustav ha una passione ossessionante per le detective stories. “Molte persone credono in Dio. Gustav crede in Sherlock Holmes”, racconta il fratello-narratore che gli legge quelle storie tutte le sere, anche se procurarsele nel Montana “è come setacciare oro in un rivolo di piscio.” Quando avvengono due omicidi nel loschissimo ranch “Dollaro Barrato” dove sono stati assunti, Gustav si mette subito al lavoro e comincia a “sherlockizzare” tutto, seguito dal fratello spesso ignaro come il compare di Raffles. L’arrivo dei padroni del ranch, aristocratici britannici, aggiunge un ironico contrasto tra praticità americana e buone maniere inglesi, come nel “Fantasma di Canterville” di Wilde. Si sviluppa così una trama da giallo vero, con abbondanza di indizi, colpi di scena e una comicità causata dal contrasto tra l’atteggiamento di razionalità deduttiva holmesiana e un ambiente non proprio raffinato, popolato da “uomini che considerano la scoreggia in assoluto il miglior finale per una battuta.”

E.W. Hornung: "Raffles: caccia al ladro" e S. Hockensmith: "Elementare, Cowboy"

DEANDREA, Pietro
2017-01-01

Abstract

Il giovane editore CasaSirio presenta due volumi che arricchiscono in maniera originale il genere del giallo e del mistero, entrambi collegati a Conan Doyle. Dell’autore di Sherlock Holmes, Hornung era cognato. Il suo Raffles è un geniale ladro-gentiluomo nella scia di Rocambole. Creduto morto, assume una nuova identità di anziano malato ed esce di notte per attuare i suoi colpi. In questa serie di avventure deve persino lottare contro la camorra in trasferta a Londra, e organizzare un’altra finta morte per sfuggire a una focosa ex-amante. Il narratore è il suo aiutante Bunny: fedele e un po’ ingenuo, spesso è lasciato da Raffles all’oscuro dei suoi piani fino all’ultimo – elemento di suspence che rende queste storie davvero godibili. Rubata una coppa d’oro dal British Museum, Raffles la rispedisce (con omaggi) a Queen Victoria in persona: “Mio caro Bunny, siamo stati dominati per più di sessant’anni dalla regina più squisita che il mondo abbia mai visto.” Come succederà ai Quattro Giusti di Edgar Wallace, prima giustizieri anti-sistema e poi braccio della legge con venature anti-germaniche, Raffles rigurgita di acritico patriottismo. Non a caso gli ultimi capitoli sono dominati dal fervore per la guerra anglo-boera, che porterà a un eroico arruolamento: “Quell’inverno vide meno criminalità di tutti gli anni passati; di certo non ce n’era l’ombra in Raffles. E dire che c’era chi criticava la guerra!” Il romanzo cult di Hockensmith è ambientato qualche anno prima, nel 1893, ma in Montana, dove “ci sono due cose dalle quali proprio non puoi scappare: la polvere e la morte.” I fratelli Amlingmeyer sono due cowboy ridotti piuttosto male. Pur essendo analfabeta, Gustav ha una passione ossessionante per le detective stories. “Molte persone credono in Dio. Gustav crede in Sherlock Holmes”, racconta il fratello-narratore che gli legge quelle storie tutte le sere, anche se procurarsele nel Montana “è come setacciare oro in un rivolo di piscio.” Quando avvengono due omicidi nel loschissimo ranch “Dollaro Barrato” dove sono stati assunti, Gustav si mette subito al lavoro e comincia a “sherlockizzare” tutto, seguito dal fratello spesso ignaro come il compare di Raffles. L’arrivo dei padroni del ranch, aristocratici britannici, aggiunge un ironico contrasto tra praticità americana e buone maniere inglesi, come nel “Fantasma di Canterville” di Wilde. Si sviluppa così una trama da giallo vero, con abbondanza di indizi, colpi di scena e una comicità causata dal contrasto tra l’atteggiamento di razionalità deduttiva holmesiana e un ambiente non proprio raffinato, popolato da “uomini che considerano la scoreggia in assoluto il miglior finale per una battuta.”
2017
xxxiv
7/8
43
43
www.lindiceonline.com
narrativa gialla, Conan Doyle, Hornung, Hockensmith
Deandrea, P.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2318/1645709
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact