Negli anni ’90 del Settecento, Immanuel Kant (1724-1804) aveva ormai pubblicato le parti fondamentali della sua filosofia critica: la Critica della Ragion Pura (1781, seconda edizione 1787), la Critica della Ragion Pratica (1788), la Critica del Giudizio (1790). Com’è noto, egli intendeva la filosofia come l’esame e la ricerca delle con- dizioni di possibilità dell’esperienza. Tuttavia il criticismo sembrava essere rimasto imbrigliato in una serie di dualismi irrisolti: tra sfera conoscitiva e sfera pratica, fenomeno e noumeno, sensibilità e intelletto, libertà e necessità. è vero che nella terza Critica Kant aveva inteso gettare un ponte tra il mondo fenomenico, territorio dell’attività conoscitiva, e il mondo noumenico, che costituisce la sfera di azione dell’attività pratica dell’uomo fondata sulla liber- tà, intesa come “fatto della ragione”. Ma la soluzione proposta da Kant, per quanto indicasse una via alla soluzione dei problemi, non soddisfaceva. L’immaginazione era sì indicata come la radice imperscrutabile dell’unità delle facoltà umane; ma quello che si richiedeva era un principio solido che garan- tisse lo sviluppo unitario e organico di tutta la filosofia, che, per dirla in breve, unificasse l’“ appercezione trascendentale”, fondamento della sfera teoretico- conoscitiva dell’esperienza e l’“imperativo categorico”, principio della sfera etico-pratica dell’agire. Il dibattito che si sviluppò negli anni ’90 del Settecento in Germania fu incentrato in gran parte su questa questione (oltre che su temi di etica e di filosofia politica, ispirati all’evento della Rivoluzione francese, sui quali tutta- via non mi soffermerò in questa sede). In particolare, il centro della vita filo- sofica del tempo era la città universitaria di Jena, che divenne una vera culla del pensiero filosofico. L’idea che ha ispirato alcune ricerche recenti, iniziate 43 da Dieter Henrich e proseguite in particolare dal suo allievo Manfred Frank, è che la Jena dell’epoca fosse un po’ come la Atene dell’epoca classica1. Attorno alle stelle filosofiche centrali (Kant, Fichte, Schelling, Hegel: vere e proprie stars della filosofia) si distribuì una molteplicità di costellazioni di pen- satori che contribuirono in maniera assai rilevante al dibattito. Per intendere come la filosofia classica tedesca si originò occorre esaminare attentamente i loro scritti. Il metodo della Konstellationsforschung consiste precisamente nello studio dei temi e delle argomentazioni filosofiche che animarono questo dibattito, attraverso la precisa analisi di scritti, lezioni, appunti anche redatti da figure “minori”. Qui cercherò di concentrare la mia attenzione su una piccola, ma assolu- tamente centrale, parte di questo dibattito. Mi soffermerò sul dibattito postkantiano (con qualche breve accenno alle figure di Reinhold e Schulze), sulla filosofia trascendentale di Fichte e infine sul contributo di Hölderlin in rapporto ai temi fondamentali della fondazione della filosofia e della sogget- tività, che sono stati al centro degli studi di Dieter Henrich e Manfred Frank.

La cultura tedesca degli anni ’90 del ‘700. Le origini dell’idealismo trascendentale di Fichte e dell’idealismo speculativo di Hölderlin

BERTINETTO, ALESSANDRO GIOVANNI
2011-01-01

Abstract

Negli anni ’90 del Settecento, Immanuel Kant (1724-1804) aveva ormai pubblicato le parti fondamentali della sua filosofia critica: la Critica della Ragion Pura (1781, seconda edizione 1787), la Critica della Ragion Pratica (1788), la Critica del Giudizio (1790). Com’è noto, egli intendeva la filosofia come l’esame e la ricerca delle con- dizioni di possibilità dell’esperienza. Tuttavia il criticismo sembrava essere rimasto imbrigliato in una serie di dualismi irrisolti: tra sfera conoscitiva e sfera pratica, fenomeno e noumeno, sensibilità e intelletto, libertà e necessità. è vero che nella terza Critica Kant aveva inteso gettare un ponte tra il mondo fenomenico, territorio dell’attività conoscitiva, e il mondo noumenico, che costituisce la sfera di azione dell’attività pratica dell’uomo fondata sulla liber- tà, intesa come “fatto della ragione”. Ma la soluzione proposta da Kant, per quanto indicasse una via alla soluzione dei problemi, non soddisfaceva. L’immaginazione era sì indicata come la radice imperscrutabile dell’unità delle facoltà umane; ma quello che si richiedeva era un principio solido che garan- tisse lo sviluppo unitario e organico di tutta la filosofia, che, per dirla in breve, unificasse l’“ appercezione trascendentale”, fondamento della sfera teoretico- conoscitiva dell’esperienza e l’“imperativo categorico”, principio della sfera etico-pratica dell’agire. Il dibattito che si sviluppò negli anni ’90 del Settecento in Germania fu incentrato in gran parte su questa questione (oltre che su temi di etica e di filosofia politica, ispirati all’evento della Rivoluzione francese, sui quali tutta- via non mi soffermerò in questa sede). In particolare, il centro della vita filo- sofica del tempo era la città universitaria di Jena, che divenne una vera culla del pensiero filosofico. L’idea che ha ispirato alcune ricerche recenti, iniziate 43 da Dieter Henrich e proseguite in particolare dal suo allievo Manfred Frank, è che la Jena dell’epoca fosse un po’ come la Atene dell’epoca classica1. Attorno alle stelle filosofiche centrali (Kant, Fichte, Schelling, Hegel: vere e proprie stars della filosofia) si distribuì una molteplicità di costellazioni di pen- satori che contribuirono in maniera assai rilevante al dibattito. Per intendere come la filosofia classica tedesca si originò occorre esaminare attentamente i loro scritti. Il metodo della Konstellationsforschung consiste precisamente nello studio dei temi e delle argomentazioni filosofiche che animarono questo dibattito, attraverso la precisa analisi di scritti, lezioni, appunti anche redatti da figure “minori”. Qui cercherò di concentrare la mia attenzione su una piccola, ma assolu- tamente centrale, parte di questo dibattito. Mi soffermerò sul dibattito postkantiano (con qualche breve accenno alle figure di Reinhold e Schulze), sulla filosofia trascendentale di Fichte e infine sul contributo di Hölderlin in rapporto ai temi fondamentali della fondazione della filosofia e della sogget- tività, che sono stati al centro degli studi di Dieter Henrich e Manfred Frank.
2011
Origini e percorsi dell’idealismo tedesco
Liceo D'Azeglio
43
63
8890360631
9788890360633
Fichte; Kant; Hoederlin; idealismo trascendentale; autocoscienza; io
BERTINETTO A.G.
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