La nozione di equivalenza è da sempre un aspetto centrale nella scienza della traduzione. Dalla nozione di equivalenza semantica e formale si è passati all’equivalenza stilistica e funzionale (Baker 1993). Nel presente lavoro ci occupiamo della traduzione del verbo prijati attraverso un metodo sperimentato con gli studenti della Laurea Magistrale dell’Università di Torino durante l’A.A. 2016/17 che consiste nell’uso combinato degli strumenti didattici tradizionali e moderni (corpora). Seguendo i principi dell’approccio corpus-based, gli studenti hanno esaminato questo verbo e i suoi traducenti, partendo dalle definizioni presenti nei dizionari monolingui e bilingui, all’interno delle collocazioni estrapolate dai corpora delle lingue serba e italiana. Abbiamo invitato gli studenti a proporre la traduzione di espressioni ritenute complesse in alcuni contesti in cui il significato del verbo esula da quello proposto nei dizionari. Abbiamo inoltre riflettuto sull’(im)possibilità di ripetere gli stessi legami lessicali nella lingua di arrivo. Infine abbiamo provato a dare alcune risposte sulle preferenze semantiche di questo verbo nelle due lingue, serbo e italiano, non solo per tracciare un quadro più esauriente dei suoi traducenti, ma per proporre un modello di indagine che potrà essere utilizzato in future ricerche lessicali.
L’uso dei corpora nella didattica della traduzione: l’esempio del verbo serbo prijati e i suoi traducenti italiani
Perisic Olja
2018-01-01
Abstract
La nozione di equivalenza è da sempre un aspetto centrale nella scienza della traduzione. Dalla nozione di equivalenza semantica e formale si è passati all’equivalenza stilistica e funzionale (Baker 1993). Nel presente lavoro ci occupiamo della traduzione del verbo prijati attraverso un metodo sperimentato con gli studenti della Laurea Magistrale dell’Università di Torino durante l’A.A. 2016/17 che consiste nell’uso combinato degli strumenti didattici tradizionali e moderni (corpora). Seguendo i principi dell’approccio corpus-based, gli studenti hanno esaminato questo verbo e i suoi traducenti, partendo dalle definizioni presenti nei dizionari monolingui e bilingui, all’interno delle collocazioni estrapolate dai corpora delle lingue serba e italiana. Abbiamo invitato gli studenti a proporre la traduzione di espressioni ritenute complesse in alcuni contesti in cui il significato del verbo esula da quello proposto nei dizionari. Abbiamo inoltre riflettuto sull’(im)possibilità di ripetere gli stessi legami lessicali nella lingua di arrivo. Infine abbiamo provato a dare alcune risposte sulle preferenze semantiche di questo verbo nelle due lingue, serbo e italiano, non solo per tracciare un quadro più esauriente dei suoi traducenti, ma per proporre un modello di indagine che potrà essere utilizzato in future ricerche lessicali.File | Dimensione | Formato | |
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