Il riferimento alla cavalleria e al cristianesimo, centrale nella definizione che M.me de Staël dà dell’aggettivo “romantico” nel De l’Allemagne (18142), serve a individuare la collocazione di Manzoni e del romanticismo lombardo nell’ambito del romanticismo europeo. Lo studio, scandito in tre momenti, si sofferma innanzitutto sull’enunciazione del problema, intorno al 1814, negli scritti di M.me de Staël, August Wilhelm Schlegel e Sismondi. In un secondo momento, vengono illustrate le prese di posizioni precedenti sul tema, in ambito europeo, da Fleury a Maimbourg e a Schöpflin, da Bayle a Voltaire, da Diderot a Hume, da Gibbon a Burke, da Maistre e Bonald a Novalis, dal De la littérature de M.me de Staël allo Génie di Chateaubriand, dai Templiers di Raynouard all’Histoire des Croisades di Michaud. Nell’ultima parte del lavoro, infine, si procede oltre il 1814, arrivando a coinvolgere direttamente Manzoni e i romantici lombardi, ma sempre in un discorso europeo, che va da Friedrich Schlegel a Bürger, dal Mozart scaligero a Visconti, dalla Morale cattolica a Di Breme e a Pellico, da Say e Guizot a Balmes, da Byron a Scott, da Fauriel, Thierry e Cousin a Grossi, Verdi e Solera. Di Manzoni, in particolare, oltre a una pagina poco nota della Seconda parte della Morale cattolica, esplicitamente dedicata al tema e metodologicamente esemplare, e ad altri testi e riferimenti (importante tra gli altri quello alle Lettres di Guénée), lo studio affronta e chiarisce in modo inedito l’unico esplicito richiamo alla cavalleria medievale presente nei Promessi sposi, quello del cap. XXXIII, evocando dietro il testo manzoniano Genovesi e Montesquieu, e indicando infine l’ulteriore testimonianza che sulla questione può darci un’illustrazione scartata per l’intestazione del cap. XXXVI.

Cavalleria e cristianesimo: Manzoni e il romanticismo europeo

Badini Confalonieri, Luca
2018-01-01

Abstract

Il riferimento alla cavalleria e al cristianesimo, centrale nella definizione che M.me de Staël dà dell’aggettivo “romantico” nel De l’Allemagne (18142), serve a individuare la collocazione di Manzoni e del romanticismo lombardo nell’ambito del romanticismo europeo. Lo studio, scandito in tre momenti, si sofferma innanzitutto sull’enunciazione del problema, intorno al 1814, negli scritti di M.me de Staël, August Wilhelm Schlegel e Sismondi. In un secondo momento, vengono illustrate le prese di posizioni precedenti sul tema, in ambito europeo, da Fleury a Maimbourg e a Schöpflin, da Bayle a Voltaire, da Diderot a Hume, da Gibbon a Burke, da Maistre e Bonald a Novalis, dal De la littérature de M.me de Staël allo Génie di Chateaubriand, dai Templiers di Raynouard all’Histoire des Croisades di Michaud. Nell’ultima parte del lavoro, infine, si procede oltre il 1814, arrivando a coinvolgere direttamente Manzoni e i romantici lombardi, ma sempre in un discorso europeo, che va da Friedrich Schlegel a Bürger, dal Mozart scaligero a Visconti, dalla Morale cattolica a Di Breme e a Pellico, da Say e Guizot a Balmes, da Byron a Scott, da Fauriel, Thierry e Cousin a Grossi, Verdi e Solera. Di Manzoni, in particolare, oltre a una pagina poco nota della Seconda parte della Morale cattolica, esplicitamente dedicata al tema e metodologicamente esemplare, e ad altri testi e riferimenti (importante tra gli altri quello alle Lettres di Guénée), lo studio affronta e chiarisce in modo inedito l’unico esplicito richiamo alla cavalleria medievale presente nei Promessi sposi, quello del cap. XXXIII, evocando dietro il testo manzoniano Genovesi e Montesquieu, e indicando infine l’ulteriore testimonianza che sulla questione può darci un’illustrazione scartata per l’intestazione del cap. XXXVI.
2018
Studi sul romanticismo italiano. Scritti in ricordo di Sergio Romagnoli
Le Lettere
157
210
9788893660846
Badini Confalonieri, Luca
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Descrizione: capitolo su Manzoni all'interno del volume "Studi sul romanticismo italiano. Scritti in ricordo di Sergio Romagnoli" a cura di E. Ghidetti e R. Turchi
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