L’intervento – su un tema ampiamente studiato soprattutto negli ultimi venti anni con approcci e prospettive rinnovate - propone una riflessione sulle questioni interpretative e comparative. Francia e Italia sono tra gli ultimi paesi in Europa ad accordare alle donne i diritti politici. Il contributo cerca dunque di offrire uno sguardo alle interpretazioni sulle ragioni del “ritardo”, senza indulgere su una lettura in termini di “concessione dall’alto” e di semplice percezione della irreversibilità della situazione. Se pure in quel tornante sostanzialmente dimenticati e non richiamati esplicitamente, movimenti femminili e iniziative di richiesta del voto alle donne avevano attraversato infatti almeno un secolo della storia di entrambi i paesi: dal 1848 per l’Italia, anche da prima per la Francia; e ai movimenti suffragisti si erano affiancati progetti, discussioni, passaggi parlamentari e legislativi. La riflessione è poi dedicata al decisivo coinvolgimento, in questa fase risolutiva e in entrambi i paesi, delle culture politiche di ispirazione di sinistra e cattolica, che stanno alla base delle più importanti organizzazioni partitiche di massa; a fronte di un sostanziale silenzio e assenza dalla scena politica delle culture politiche e dei partiti laici e, in particolare per quanto riguarda l’Italia, delle culture democratiche/repubblicane di origine e tradizione risorgimentale. Nella seconda parte dell’intervento il fuoco della attenzione è calibrato sull’esercizio del voto delle donne, attingendo agli studi sulla mobilitazione dell’elettorato femminile attraverso la produzione e diffusione di messaggi mirati; e sulla questione della rappresentanza femminile, ossia sui profili e sui ruoli delle donne candidate ed elette.

Donne al voto: cittadinanza e rappresentanza 1945-1948. Un percorso tra Italia e Francia.

Mana Emma
2019-01-01

Abstract

L’intervento – su un tema ampiamente studiato soprattutto negli ultimi venti anni con approcci e prospettive rinnovate - propone una riflessione sulle questioni interpretative e comparative. Francia e Italia sono tra gli ultimi paesi in Europa ad accordare alle donne i diritti politici. Il contributo cerca dunque di offrire uno sguardo alle interpretazioni sulle ragioni del “ritardo”, senza indulgere su una lettura in termini di “concessione dall’alto” e di semplice percezione della irreversibilità della situazione. Se pure in quel tornante sostanzialmente dimenticati e non richiamati esplicitamente, movimenti femminili e iniziative di richiesta del voto alle donne avevano attraversato infatti almeno un secolo della storia di entrambi i paesi: dal 1848 per l’Italia, anche da prima per la Francia; e ai movimenti suffragisti si erano affiancati progetti, discussioni, passaggi parlamentari e legislativi. La riflessione è poi dedicata al decisivo coinvolgimento, in questa fase risolutiva e in entrambi i paesi, delle culture politiche di ispirazione di sinistra e cattolica, che stanno alla base delle più importanti organizzazioni partitiche di massa; a fronte di un sostanziale silenzio e assenza dalla scena politica delle culture politiche e dei partiti laici e, in particolare per quanto riguarda l’Italia, delle culture democratiche/repubblicane di origine e tradizione risorgimentale. Nella seconda parte dell’intervento il fuoco della attenzione è calibrato sull’esercizio del voto delle donne, attingendo agli studi sulla mobilitazione dell’elettorato femminile attraverso la produzione e diffusione di messaggi mirati; e sulla questione della rappresentanza femminile, ossia sui profili e sui ruoli delle donne candidate ed elette.
2019
Forme e metamorfosi della rappresentanza politica 1848 1948 1968
Accademia University Press
Prospettive storiche. Studi e ricerche
202
218
978-88-31978-84-2
Donne, Voto, Italia, Francia, Cittadinanza, Rappresentanza.
Mana Emma
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