Quando nel 1464 papa Pio II nomina Francesco di Prez nuovo vescovo di Aosta, il capitolo di Sant’Orso d’Aosta elegge un presule concorrente, Giorgio di Challant; un gesto estremo che evidenzia una frattura interna alla chiesa aostana e delinea la compresenza di due modelli di chiesa locale: uno policentrico e composito, l’altro gerarchicamente ordinato al di sotto di vescovi sempre più legati a Roma. Questo episodio segna il culmine del contrasto che contrappose i priori di Sant’Orso e i vescovi di Aosta nel corso del XV secolo e contestualmente costituisce la premessa alla ricomposizione del conflitto. Il mancato sostegno del duca sabaudo all’iniziativa ursina segna infatti la fine di una fase di sperimentazione e rivela come la sola strada per la costruzione della chiesa del principe dovesse passare per la curia romana. Non sorprende dunque che di lì a poco la collegiata sarebbe stata concessa in commenda, non senza tuttavia aver precedentemente preteso e ottenuto la tutela dei beni capitolari, a conferma dell’esistenza di una chiesa locale ancora vivace, capace di contrattare con i principali attori del sistema beneficiale sabaudo. L’autrice ripercorre le vicende che videro i canonici di Sant’Orso – tra gli anni dei priorati di Antonio di Vallaise (1406-1440), Bonifacio Bordon (1440) e Umberto Anglici (1440-1467/68) – protagonisti di un’epoca segnata sia dalla frattura interna alla comunità sia dallo scontro con i presuli. L’elevato livello di conflittualità si manifesta attraverso una serie di episodi e di gesti dalla forte carica simbolica: curati contesi tra il priore e il presule vittime di punizioni esemplari; condanne di scomunica su singoli uomini e intere comunità; uso implicito ed esplicito della violenza; ostentazione del potere. L’uso strumentale di istituzioni, persone e luoghi costituisce il filo conduttore della documentazione analizzata, nella quale ogni attore politico in azione – canonici, priori e vescovi – appare capace di piegare a proprio vantaggio i differenti sistemi normativi vigenti, espressione di culture politiche differenti, tutte ancora pienamente operanti. Un caso di studio specifico diventa così occasione per osservare dal basso, attraverso le carte di uno dei più importanti enti cittadini aostani, i cambiamenti che nel corso del XV secolo interessarono numerose chiese locali, nell’ambito della ridefinizione dei rapporti tra stati territoriali e papato.

Chiesa locale e relazioni di potere nel XV secolo. Sant'Orso d'Aosta tra il 1406 e il 1468

Corniolo, Elena
2019-01-01

Abstract

Quando nel 1464 papa Pio II nomina Francesco di Prez nuovo vescovo di Aosta, il capitolo di Sant’Orso d’Aosta elegge un presule concorrente, Giorgio di Challant; un gesto estremo che evidenzia una frattura interna alla chiesa aostana e delinea la compresenza di due modelli di chiesa locale: uno policentrico e composito, l’altro gerarchicamente ordinato al di sotto di vescovi sempre più legati a Roma. Questo episodio segna il culmine del contrasto che contrappose i priori di Sant’Orso e i vescovi di Aosta nel corso del XV secolo e contestualmente costituisce la premessa alla ricomposizione del conflitto. Il mancato sostegno del duca sabaudo all’iniziativa ursina segna infatti la fine di una fase di sperimentazione e rivela come la sola strada per la costruzione della chiesa del principe dovesse passare per la curia romana. Non sorprende dunque che di lì a poco la collegiata sarebbe stata concessa in commenda, non senza tuttavia aver precedentemente preteso e ottenuto la tutela dei beni capitolari, a conferma dell’esistenza di una chiesa locale ancora vivace, capace di contrattare con i principali attori del sistema beneficiale sabaudo. L’autrice ripercorre le vicende che videro i canonici di Sant’Orso – tra gli anni dei priorati di Antonio di Vallaise (1406-1440), Bonifacio Bordon (1440) e Umberto Anglici (1440-1467/68) – protagonisti di un’epoca segnata sia dalla frattura interna alla comunità sia dallo scontro con i presuli. L’elevato livello di conflittualità si manifesta attraverso una serie di episodi e di gesti dalla forte carica simbolica: curati contesi tra il priore e il presule vittime di punizioni esemplari; condanne di scomunica su singoli uomini e intere comunità; uso implicito ed esplicito della violenza; ostentazione del potere. L’uso strumentale di istituzioni, persone e luoghi costituisce il filo conduttore della documentazione analizzata, nella quale ogni attore politico in azione – canonici, priori e vescovi – appare capace di piegare a proprio vantaggio i differenti sistemi normativi vigenti, espressione di culture politiche differenti, tutte ancora pienamente operanti. Un caso di studio specifico diventa così occasione per osservare dal basso, attraverso le carte di uno dei più importanti enti cittadini aostani, i cambiamenti che nel corso del XV secolo interessarono numerose chiese locali, nell’ambito della ridefinizione dei rapporti tra stati territoriali e papato.
2019
FrancoAngeli srl
Temi di storia
11
340
9788891787897
tardo medioevo, chiesa locale, valle d'Aosta, Sant'Orso, vescovo
Corniolo, Elena
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