Saggio sul “Notturno” (1921) di Gabriele d’Annunzio. L’indagine affronta la questione della malattia come allegoria della condizione di crisi spirituale della letteratura e della società dell’ultimo Ottocento e del primo Novecento, comune a Dostoevskij e a Thomas Mann, ed utilizzata da Gabriele d’Annunzio anche in altri suoi scritti. Rileva che nel “Notturno” l’infermità dello scrittore gli consente la ripetizione visionaria e la registrazione di ciò che è accaduto secondo una nuova strategia di scrittura fondata sul flusso di coscienza, sulla frammentarietà, sul significante. Al centro della ricerca il mito vichiano del poeta veggente attraverso le tenebre, del poeta divino o “indovinatore”, ma anche del superuomo poeta e, attraverso l’immagine della Sibilla, la concezione della parola che proviene dalle tenebre, l’indicazione che il dominio dell’arte è totale e abbraccia il mondo sotterraneo, che la poesia è visione, sogno, pensiero della morte, e, infine, con la figura di Pindaro che ha troncato le corde della sua cetra, l’idea della fine della scrittura e della scelta dell’azione.

La scrittura dall'ipogeo: il "Notturno" di Gabriele d'Annunzio

ZANDRINO, Barbara
1987-01-01

Abstract

Saggio sul “Notturno” (1921) di Gabriele d’Annunzio. L’indagine affronta la questione della malattia come allegoria della condizione di crisi spirituale della letteratura e della società dell’ultimo Ottocento e del primo Novecento, comune a Dostoevskij e a Thomas Mann, ed utilizzata da Gabriele d’Annunzio anche in altri suoi scritti. Rileva che nel “Notturno” l’infermità dello scrittore gli consente la ripetizione visionaria e la registrazione di ciò che è accaduto secondo una nuova strategia di scrittura fondata sul flusso di coscienza, sulla frammentarietà, sul significante. Al centro della ricerca il mito vichiano del poeta veggente attraverso le tenebre, del poeta divino o “indovinatore”, ma anche del superuomo poeta e, attraverso l’immagine della Sibilla, la concezione della parola che proviene dalle tenebre, l’indicazione che il dominio dell’arte è totale e abbraccia il mondo sotterraneo, che la poesia è visione, sogno, pensiero della morte, e, infine, con la figura di Pindaro che ha troncato le corde della sua cetra, l’idea della fine della scrittura e della scelta dell’azione.
1987
D'Annunzio notturno. VIII Convegno di Studi dannunziani
Pescara
8-10 ottobre 1986
D'Annunzio notturno. Atti dell'VIII Convegno di studi dannunziani
Centro nazionale di studi dannunziani
217
224
Gabriele d’Annunzio; Fëdor Dostoevskij; Thomas Mann; Notturno.
B. ZANDRINO
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