Nel 2002 è stata segnalata la presenza in provincia di Cuneo dell’imenottero cinipide Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu, insetto considerato tra i più dannosi per il castagno e in precedenza assente in Europa. Questa specie, originaria della Cina, è stata introdotta accidentalmente in Giappone (1941), Corea (1963) e Stati Uniti (Georgia, 1974), ove ha provocato gravi danni alla castanicoltura. Tra le iniziative intraprese per fronteggiare l’emergenza, la Regione Piemonte ha finanziato una linea di ricerca finalizzata a valutare se in cultivar diverse si manifesti un differente livello d’infestazione riconducibile a meccanismi di resistenza della pianta o di preferenza da parte dell’insetto. Nella primavera 2004, 142 piante appartenenti a 25 cultivar (21 italiane e 4 ibridi eurogiapponesi) sono state inserite in moduli realizzati con rete antinsetto allestiti presso il Vivaio Regionale Gambarello di Chiusa Pesio (CN). Dopo l’esecuzione di rilievi morfologici e fenologici, le piante sono state sperimentalmente infestate con il Dryocosmus kuriphilus. I rilievi eseguiti nel mese di giugno 2005 hanno permesso di verificare le conseguenze dell’ovideposizione del cinipide sulle piante dei differenti genotipi di castagno e di stilare una classificazione preliminare in base alla sensibilità delle cultivar. I risultati indicano che tutte le cultivar appartenenti al germoplasma nazionale inserite in prova sono sensibili all’imenottero. Fra gli ibridi eurogiapponesi, la Bouche de Betizac e la Marsol si collocano agli estremi della scala di sensibilità: sul primo non è stata rilevata presenza di galle, mentre il numero massimo di galle/gemma è stato osservato sugli esemplari appartenenti all’ibrido Marsol. Questa linea di ricerca verrà continuata nei prossimi anni e sarà integrata con studi molecolari finalizzati a comprendere i meccanismi di reazione della pianta all’insetto. Sebbene in questa fase non si possano prevedere, nel breve periodo, interventi risolutori del problema rappresentato dal cinipide galligeno, le ricerche attivate dalla Regione Piemonte in collaborazione con l’Università di Torino, il Servizio Fitosanitario Regionale e gli Enti territoriali, rappresentano un valido approccio multidisciplinare che non mancherà di fornire ricadute applicative a medio termine, grazie anche alle avanzate tecniche di indagine oggi disponibili.

Cinipide galligeno del castagno. Primi risultati di lotta biologica e di valutazione della sensibilità varietale

BOTTA, Roberto;MELLANO, Maria Gabriella;BECCARO, GABRIELE LORIS;BOUNOUS, Giancarlo;ALMA, Alberto;QUACCHIA, Ambra;PICCIAU, Luca
2005-01-01

Abstract

Nel 2002 è stata segnalata la presenza in provincia di Cuneo dell’imenottero cinipide Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu, insetto considerato tra i più dannosi per il castagno e in precedenza assente in Europa. Questa specie, originaria della Cina, è stata introdotta accidentalmente in Giappone (1941), Corea (1963) e Stati Uniti (Georgia, 1974), ove ha provocato gravi danni alla castanicoltura. Tra le iniziative intraprese per fronteggiare l’emergenza, la Regione Piemonte ha finanziato una linea di ricerca finalizzata a valutare se in cultivar diverse si manifesti un differente livello d’infestazione riconducibile a meccanismi di resistenza della pianta o di preferenza da parte dell’insetto. Nella primavera 2004, 142 piante appartenenti a 25 cultivar (21 italiane e 4 ibridi eurogiapponesi) sono state inserite in moduli realizzati con rete antinsetto allestiti presso il Vivaio Regionale Gambarello di Chiusa Pesio (CN). Dopo l’esecuzione di rilievi morfologici e fenologici, le piante sono state sperimentalmente infestate con il Dryocosmus kuriphilus. I rilievi eseguiti nel mese di giugno 2005 hanno permesso di verificare le conseguenze dell’ovideposizione del cinipide sulle piante dei differenti genotipi di castagno e di stilare una classificazione preliminare in base alla sensibilità delle cultivar. I risultati indicano che tutte le cultivar appartenenti al germoplasma nazionale inserite in prova sono sensibili all’imenottero. Fra gli ibridi eurogiapponesi, la Bouche de Betizac e la Marsol si collocano agli estremi della scala di sensibilità: sul primo non è stata rilevata presenza di galle, mentre il numero massimo di galle/gemma è stato osservato sugli esemplari appartenenti all’ibrido Marsol. Questa linea di ricerca verrà continuata nei prossimi anni e sarà integrata con studi molecolari finalizzati a comprendere i meccanismi di reazione della pianta all’insetto. Sebbene in questa fase non si possano prevedere, nel breve periodo, interventi risolutori del problema rappresentato dal cinipide galligeno, le ricerche attivate dalla Regione Piemonte in collaborazione con l’Università di Torino, il Servizio Fitosanitario Regionale e gli Enti territoriali, rappresentano un valido approccio multidisciplinare che non mancherà di fornire ricadute applicative a medio termine, grazie anche alle avanzate tecniche di indagine oggi disponibili.
2005
12
29
30
Botta R.; Mellano M.G.; Beccaro G.L.; Bounous G.; Alma A.; Quacchia A.; Bosio G.; Picciau L.
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