L’opera analizza la disciplina della c.d. responsabilità da reato degli enti, introdotta dal D.Lgs. 231/2001. Lo studio del diritto positivo, peraltro, è preceduto da un’analisi della genesi dei fondamenti dogmatici della complessa tematica relativa alla “penalizzazione” dell’attività dell’ente. In particolare, oltre all’attenzione dedicata al dibatto sulla possibilità teorica (alla luce dei principi costituzionali sui quali si fonda il nostro ordinamento) di introdurre un simile paradigma punitivo e sulla natura che esso avrebbe potuto acquisire, si è dedicata attenzione alle alternative politico-criminali attraverso le quali si sarebbe potuto raggiungere l’obbiettivo perseguito dal legislatore del 2001. In questo contesto, si inserisce la riflessione circa la (inevitabile) compenetrazione tra il diritto penale delle persone fisiche e il diritto “punitivo” (di marca spiccatamente penale) delle persone giuridiche. Questa prospettiva, che permea l’intera riflessione, si fonda sia sulle indicazioni emergenti dalla letteratura formatasi prima dell’entrata in vigore del D.Lgs. 231/2001, sia sulle riflessioni sviluppatesi in seguito all’intervento di questa importante novella. L’analisi della disciplina di diritto positivo da quest’ultima introdotta (con particolare attenzione agli aspetti di diritto sostanziale, concernenti la struttura dell’illecito i principi ad esso applicabili e le sanzioni comminabili all’ente) è strumentale, nell’economia del lavoro, ad affrontare, funditus, le “circolarità” che, in questa materia, s’innescano (e si rintracciano) tra i diversi metodi e le diverse finalità e le conseguenti peculiarità dei modelli punitivi ad oggi conosciuti. In quest’ottica, vengono analizzate le interscambiabilità ed i rapporti tra le finalità delle tecniche di diritto punitivo e del diritto premiale; tra la Responsabilità Sociale dell’Impresa e le tecniche dello studio economico del diritto; tra i comportamenti “riparatori” e la finalità special-preventiva del diritto penale. Un’ultima riflessione, de jure condendo, è dedicata all’analisi degli indicatori (enucleabili dallo studio del diritto positivo vivente) del possibile superamento (già in atto) dei tradizionali schemi precostituiti del diritto sanzionatorio.

La responsabilità degli enti: un crocevia tra repressione e specialprevenzione.Circolarità ed innovazione dei modelli sanzionatori

RIVERDITI, Maurizio
2009-01-01

Abstract

L’opera analizza la disciplina della c.d. responsabilità da reato degli enti, introdotta dal D.Lgs. 231/2001. Lo studio del diritto positivo, peraltro, è preceduto da un’analisi della genesi dei fondamenti dogmatici della complessa tematica relativa alla “penalizzazione” dell’attività dell’ente. In particolare, oltre all’attenzione dedicata al dibatto sulla possibilità teorica (alla luce dei principi costituzionali sui quali si fonda il nostro ordinamento) di introdurre un simile paradigma punitivo e sulla natura che esso avrebbe potuto acquisire, si è dedicata attenzione alle alternative politico-criminali attraverso le quali si sarebbe potuto raggiungere l’obbiettivo perseguito dal legislatore del 2001. In questo contesto, si inserisce la riflessione circa la (inevitabile) compenetrazione tra il diritto penale delle persone fisiche e il diritto “punitivo” (di marca spiccatamente penale) delle persone giuridiche. Questa prospettiva, che permea l’intera riflessione, si fonda sia sulle indicazioni emergenti dalla letteratura formatasi prima dell’entrata in vigore del D.Lgs. 231/2001, sia sulle riflessioni sviluppatesi in seguito all’intervento di questa importante novella. L’analisi della disciplina di diritto positivo da quest’ultima introdotta (con particolare attenzione agli aspetti di diritto sostanziale, concernenti la struttura dell’illecito i principi ad esso applicabili e le sanzioni comminabili all’ente) è strumentale, nell’economia del lavoro, ad affrontare, funditus, le “circolarità” che, in questa materia, s’innescano (e si rintracciano) tra i diversi metodi e le diverse finalità e le conseguenti peculiarità dei modelli punitivi ad oggi conosciuti. In quest’ottica, vengono analizzate le interscambiabilità ed i rapporti tra le finalità delle tecniche di diritto punitivo e del diritto premiale; tra la Responsabilità Sociale dell’Impresa e le tecniche dello studio economico del diritto; tra i comportamenti “riparatori” e la finalità special-preventiva del diritto penale. Un’ultima riflessione, de jure condendo, è dedicata all’analisi degli indicatori (enucleabili dallo studio del diritto positivo vivente) del possibile superamento (già in atto) dei tradizionali schemi precostituiti del diritto sanzionatorio.
2009
Jovene
1
432
8824318592
Responsabilità enti – modello organizzativo -.sanzioni
Maurizio Riverditi
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2318/61755
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