A quasi sette anni di distanza dall’emanazione della Direttiva europea 2002/91 sembra finalmente essere arrivato a parziale compimento, almeno nei testi normativi, il percorso della certificazione energetica degli edifici attraverso le tanto attese (dal 2006) linee guida. da ricercare nello sforzo di sistematizzazione delle metodologie di determinazione della prestazione (paragrafi 4 e 5, tutte a calcolo, mentre non è contemplata - vexata quaestio - la misura sulla base di dati reali), e nella struttura della scala delle classi energetiche globali e sottoclassi (dalla A+ alla G, paragrafo 7 e allegato 4). Tale sforzo è tanto più meritorio in un momento in cui alcune Regioni e Province autonome hanno già da tempo legiferato in materia in modi diversi. Nelle linee guida nazionali i valori di soglia da assegnare a ogni singola classe energetica variano in funzione del clima della località e della forma dell’edificio, perché collegati ai valori limite di prestazione di legge (D.Lgs. 192 e s.m.i), e fanno sì che in una stessa classe ricadano quegli edifici che presentano la stessa riduzione percentuale (o aumento percentuale nel caso di edifici esistenti) rispetto ai limiti di legge, e non quelli che presentano il medesimo consumo in valore assoluto (classificazione quest’ultima attuabile a rigore solo in ambiti territoriali ristretti e climaticamente omogenei per edifici tipologicamente e dimensionalmente simili).

La «fabbrica» della certificazione energetica

FABRIZIO, Enrico;
2009-01-01

Abstract

A quasi sette anni di distanza dall’emanazione della Direttiva europea 2002/91 sembra finalmente essere arrivato a parziale compimento, almeno nei testi normativi, il percorso della certificazione energetica degli edifici attraverso le tanto attese (dal 2006) linee guida. da ricercare nello sforzo di sistematizzazione delle metodologie di determinazione della prestazione (paragrafi 4 e 5, tutte a calcolo, mentre non è contemplata - vexata quaestio - la misura sulla base di dati reali), e nella struttura della scala delle classi energetiche globali e sottoclassi (dalla A+ alla G, paragrafo 7 e allegato 4). Tale sforzo è tanto più meritorio in un momento in cui alcune Regioni e Province autonome hanno già da tempo legiferato in materia in modi diversi. Nelle linee guida nazionali i valori di soglia da assegnare a ogni singola classe energetica variano in funzione del clima della località e della forma dell’edificio, perché collegati ai valori limite di prestazione di legge (D.Lgs. 192 e s.m.i), e fanno sì che in una stessa classe ricadano quegli edifici che presentano la stessa riduzione percentuale (o aumento percentuale nel caso di edifici esistenti) rispetto ai limiti di legge, e non quelli che presentano il medesimo consumo in valore assoluto (classificazione quest’ultima attuabile a rigore solo in ambiti territoriali ristretti e climaticamente omogenei per edifici tipologicamente e dimensionalmente simili).
2009
76
14
14
FABRIZIO E.; FILIPPI M.
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