del volume: Slums , campi per rifugiati, banlieux, favelas insediamenti abitati da 50, 100 fino a 500 mila abitanti rappresentano un insieme di nuove territorialità e geografie che abbandonano il tranquillo piano euclideo, per spostarsi su spazialità fratturate, sconnesse e conflittuali: pacthworks di entità anonime, negazione di ogni possibilità del luogo o città? Il volume tenta di rispondere a questa domanda procedendo attraverso un'analisi teorica ed empirica. Il testo segue le pieghe spazio-temporali della gestione del rischio: i campi come "uniche opzioni possibili" in un'epoca post-politica del controllo, icone in grado di incarnare i paradigmi del potere attraverso quella logica che Agamben definisce "paradigma biopolitico della società del presente". Città, ma anche nuove "geopolitiche" del surplus di paesaggio: un urbano senza forma e senza imposizione di limiti, che concentra "masse in eccesso" in "luoghi" apparentemente uguali, indistinguibili nella loro collocazione geografica, siano essi a nord, a sud o ad oriente: stesse strutture, dinamiche e tipi di relazioni. Transitorietà congelate, secondo l'efficace definizione di Bauman, che definiscono una differente distinzione di Gesellschaft e Gemeinschaft che tende ad essere tradotta in mobilità e sedentarietà. In una sorta di camera degli specchi, partendo dal campo per rifugiati di Kakuma in Kenya, il testo sviluppa l'analisi delle dimensioni identitarie, storiche e relazionali dei campi per determinarne la presunta dimensione urbana.

Città nude. Iconografia dei campi profughi.

FLORIS, FABRIZIO
2005-01-01

Abstract

del volume: Slums , campi per rifugiati, banlieux, favelas insediamenti abitati da 50, 100 fino a 500 mila abitanti rappresentano un insieme di nuove territorialità e geografie che abbandonano il tranquillo piano euclideo, per spostarsi su spazialità fratturate, sconnesse e conflittuali: pacthworks di entità anonime, negazione di ogni possibilità del luogo o città? Il volume tenta di rispondere a questa domanda procedendo attraverso un'analisi teorica ed empirica. Il testo segue le pieghe spazio-temporali della gestione del rischio: i campi come "uniche opzioni possibili" in un'epoca post-politica del controllo, icone in grado di incarnare i paradigmi del potere attraverso quella logica che Agamben definisce "paradigma biopolitico della società del presente". Città, ma anche nuove "geopolitiche" del surplus di paesaggio: un urbano senza forma e senza imposizione di limiti, che concentra "masse in eccesso" in "luoghi" apparentemente uguali, indistinguibili nella loro collocazione geografica, siano essi a nord, a sud o ad oriente: stesse strutture, dinamiche e tipi di relazioni. Transitorietà congelate, secondo l'efficace definizione di Bauman, che definiscono una differente distinzione di Gesellschaft e Gemeinschaft che tende ad essere tradotta in mobilità e sedentarietà. In una sorta di camera degli specchi, partendo dal campo per rifugiati di Kakuma in Kenya, il testo sviluppa l'analisi delle dimensioni identitarie, storiche e relazionali dei campi per determinarne la presunta dimensione urbana.
2005
FrancoAngeli
www.francoangeli.it/
campi profughi; rifugiati; città
Floris Fabrizio
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