In che modo i diversi concetti e le diverse pratiche dell’analisi possono essere adattati a un oggetto così complesso e sfaccettato come “le culture”? L’idea di analisi, che deriva da una ricca tradizione filosofica nella quale la civiltà della Grecia antica ha giocato un ruolo centrale, è spesso basata sull’assunzione che se un certo oggetto viene rappresentato come equivalente a una serie di componenti e a una serie di relazioni fra di esse, osservando e descrivendo sia le une che le altre attraverso un certo metodo si produce una conoscenza di qualità superiore a quella che deriverebbe dall’osservazione e dalla descrizione dell’oggetto nella sua interezza. Ma può una cultura essere scomposta in una rete di relazioni fra parti? L’idea di cultura non implica, al contrario, un carattere a priori di unità? In altre parole, le culture possono essere analizzate, oppure l’unico punto di vista che lo studio delle culture può adottare è, all’opposto, un punto di vista sintetico? Inoltre, in che modo i vari concetti e le varie culture dell’analisi sono state influenzate da specifici contesti storici e socio-culturali? Altre civilizzazioni, distanti nel tempo e/o nello spazio da quella greca, hanno forse sviluppato altre concezioni del significato di “analisi”, o persino elaborato strategie epistemologiche alternative? Il pensiero contemporaneo cosa può imparare dal paragone fra differenti “culture dell’analisi”, o tra metodologie analitiche, non-analitiche, anti-analitiche, e sintetiche?

Analisi delle culture – Culture dell’analisi, Analysis of Cultures – Cultures of Analysis

LEONE, Massimo
2010-01-01

Abstract

In che modo i diversi concetti e le diverse pratiche dell’analisi possono essere adattati a un oggetto così complesso e sfaccettato come “le culture”? L’idea di analisi, che deriva da una ricca tradizione filosofica nella quale la civiltà della Grecia antica ha giocato un ruolo centrale, è spesso basata sull’assunzione che se un certo oggetto viene rappresentato come equivalente a una serie di componenti e a una serie di relazioni fra di esse, osservando e descrivendo sia le une che le altre attraverso un certo metodo si produce una conoscenza di qualità superiore a quella che deriverebbe dall’osservazione e dalla descrizione dell’oggetto nella sua interezza. Ma può una cultura essere scomposta in una rete di relazioni fra parti? L’idea di cultura non implica, al contrario, un carattere a priori di unità? In altre parole, le culture possono essere analizzate, oppure l’unico punto di vista che lo studio delle culture può adottare è, all’opposto, un punto di vista sintetico? Inoltre, in che modo i vari concetti e le varie culture dell’analisi sono state influenzate da specifici contesti storici e socio-culturali? Altre civilizzazioni, distanti nel tempo e/o nello spazio da quella greca, hanno forse sviluppato altre concezioni del significato di “analisi”, o persino elaborato strategie epistemologiche alternative? Il pensiero contemporaneo cosa può imparare dal paragone fra differenti “culture dell’analisi”, o tra metodologie analitiche, non-analitiche, anti-analitiche, e sintetiche?
2010
ARACNE
5-6
1
483
9788854834590
http://www.lexia.to.it
cultura; semiotica; analisi
LEONE M.
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