La scelta della scuola superiore costituisce un momento cruciale per studenti e famiglie, in quanto ad essa sono connesse conseguenze in termini sia di scelte per la formazione successiva, sia degli sbocchi professionali e delle chance di mobilità sociale. Il tema si inserisce all’interno del dibattito sulla democratizzazione delle opportunità educative, avvenuta a livello quantitativo (le coorti più recenti rimangono nel circuito formativo più a lungo che in passato) e qualitativo (tutti i percorsi sono formalmente accessibili a chiunque). Tuttavia, mentre è garantita l’eguaglianza nell’accesso all’istruzione, non sono sostanzialmente alterati i fondamenti sociali di una scelta che continua a rivelarsi sensibile alla classe della famiglia di origine. Genitori e figli sono i principali protagonisti di tale scelta, all’interno di un ambito familiare in cui gli spazi di regolazione non sono improntati né all’autoritarismo, né al conflitto ma si qualificano piuttosto come un processo di regolazione congiunta. Il contributo propone, all’interno della classica analisi dell’impatto che sulle scelte educative esercitano le proprietà individuali, sia ascritte sia acquisite, un percorso di approfondimento di analisi quantitativa e qualitativa focalizzato su: · l’individuazione del peso che i fattori individuali (la performance scolastica) e familiari (la classe sociale e il capitale umano familiare) esercitano nel ridurre o mantenere il differenziale di classe (tra le classi e dentro una stessa classe) nell’accesso ai diversi ordini di scuola; · l’esplorazione della rilevanza causale della fratria e dunque della presenza di possibili effetti intragenerazionali nel produrre omogeneità o eterogeneità delle scelte scolastiche dentro la stessa famiglia. L’analisi ricostruisce alcuni fattori e prova a individuare alcuni meccanismi relativi al decision making familiare che orienta le scelte scolastiche all’interno di un’offerta formativa articolata e complessa, ma ancora strutturata secondo tre assi principali: licei, istituti tecnici e istituti professionali; ad ognuno di essi sono connesse diverse valutazioni e rappresentazioni sociali sulla spendibilità del titolo di studio nel mercato del lavoro torinese. Si conferma la rilevanza esplicativa dell’appartenenza di classe, sebbene contrastata dal rendimento scolastico, che tuttavia vale a condizione che sia elevato e costante durante la carriera formativa, e che in ogni caso appare sensibile all’effetto del genere. Interessanti differenze relative alla scelta della scuola emergono poi considerando l’eterogeneità interna alla classe operaia, che in ragione di diversi profili socio-culturali esistenti al suo interno, si rivela in grado di attivare strategie alternative di ‘acquisizione’ di offerta formativa. Infine, la presenza di fratelli e/o sorelle sembra influire sulla scelta scolastica di percorsi formativi “lunghi” (come i licei) da parte delle classi sfavorite, ma in maniera diversa e più articolata da quanto ipotizzato dalla letteratura esistente sul tema: sembra emergere un possibile effetto “traino” da parte dei primogeniti, la cui dinamica inter- e intra-generazionale viene esplorata utilizzando anche il repertorio di interviste discorsive a genitori e figli.

Fratelli, sorelle o figli unici: percorsi formativi tra rendimento scolastico e origine sociale

CAVALETTO, Giulia Maria;TORRIONI, Paola Maria
2009-01-01

Abstract

La scelta della scuola superiore costituisce un momento cruciale per studenti e famiglie, in quanto ad essa sono connesse conseguenze in termini sia di scelte per la formazione successiva, sia degli sbocchi professionali e delle chance di mobilità sociale. Il tema si inserisce all’interno del dibattito sulla democratizzazione delle opportunità educative, avvenuta a livello quantitativo (le coorti più recenti rimangono nel circuito formativo più a lungo che in passato) e qualitativo (tutti i percorsi sono formalmente accessibili a chiunque). Tuttavia, mentre è garantita l’eguaglianza nell’accesso all’istruzione, non sono sostanzialmente alterati i fondamenti sociali di una scelta che continua a rivelarsi sensibile alla classe della famiglia di origine. Genitori e figli sono i principali protagonisti di tale scelta, all’interno di un ambito familiare in cui gli spazi di regolazione non sono improntati né all’autoritarismo, né al conflitto ma si qualificano piuttosto come un processo di regolazione congiunta. Il contributo propone, all’interno della classica analisi dell’impatto che sulle scelte educative esercitano le proprietà individuali, sia ascritte sia acquisite, un percorso di approfondimento di analisi quantitativa e qualitativa focalizzato su: · l’individuazione del peso che i fattori individuali (la performance scolastica) e familiari (la classe sociale e il capitale umano familiare) esercitano nel ridurre o mantenere il differenziale di classe (tra le classi e dentro una stessa classe) nell’accesso ai diversi ordini di scuola; · l’esplorazione della rilevanza causale della fratria e dunque della presenza di possibili effetti intragenerazionali nel produrre omogeneità o eterogeneità delle scelte scolastiche dentro la stessa famiglia. L’analisi ricostruisce alcuni fattori e prova a individuare alcuni meccanismi relativi al decision making familiare che orienta le scelte scolastiche all’interno di un’offerta formativa articolata e complessa, ma ancora strutturata secondo tre assi principali: licei, istituti tecnici e istituti professionali; ad ognuno di essi sono connesse diverse valutazioni e rappresentazioni sociali sulla spendibilità del titolo di studio nel mercato del lavoro torinese. Si conferma la rilevanza esplicativa dell’appartenenza di classe, sebbene contrastata dal rendimento scolastico, che tuttavia vale a condizione che sia elevato e costante durante la carriera formativa, e che in ogni caso appare sensibile all’effetto del genere. Interessanti differenze relative alla scelta della scuola emergono poi considerando l’eterogeneità interna alla classe operaia, che in ragione di diversi profili socio-culturali esistenti al suo interno, si rivela in grado di attivare strategie alternative di ‘acquisizione’ di offerta formativa. Infine, la presenza di fratelli e/o sorelle sembra influire sulla scelta scolastica di percorsi formativi “lunghi” (come i licei) da parte delle classi sfavorite, ma in maniera diversa e più articolata da quanto ipotizzato dalla letteratura esistente sul tema: sembra emergere un possibile effetto “traino” da parte dei primogeniti, la cui dinamica inter- e intra-generazionale viene esplorata utilizzando anche il repertorio di interviste discorsive a genitori e figli.
2009
Transizioni scolastiche; scuola; famiglia; fratria
G. M. Cavaletto; P.M. Torrioni
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2318/80987
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