Nell’ultimo decennio in Italia vi è stata una vasta diffusione di forme atipiche di lavoro. In questo contesto, nel nostro paese hanno visto larga diffusione i contratti di collaborazione coordinata e continuativa. Essi presentano tutti i requisiti per affiancare un più tradizionale rapporto a tempo indeterminato nelle sue fasi di transizione. Tuttavia, se invece di affiancare i contratti tipici nelle fasi di transizione, i contratti di collaborazione si sostituissero stabilmente ad essi, allora potrebbe venirsi a creare un segmento di occupati a rischio di esclusione sociale. Le domande a cui è oggi di fondamentale importanza dare una risposta riguardano quindi l’evoluzione della carriera di questi individui. Il primo obiettivo di questo studio è quello di identificare, all’interno del mondo dei collaboratori, se vi siano soggetti a rischio, per poi tentare di cogliere l’evoluzione della loro carriera, nei limiti dei dati a disposizione. A tale scopo si utilizza una banca dati unica nel suo genere: il campione WHIP (Work Histories Italian Panel) tratto dell’archivio INPS dei contribuenti alla gestione separata, individuale e longitudinale, che può essere legato ad altri archivi INPS (in particolare a quello dei dipendenti) e che copre il periodo più lungo al momento disponibile, ovvero dall’istituzione della gestione separata nel 1996 al 1999. Nella gestione separata dell’INPS confluiscono due gruppi di lavoratori molto diversi fra loro: da un lato individui con elevate qualifiche, e/o con anche un altro impiego, che godono in sintesi di una buona posizione sul mercato del lavoro; dall’altro quelli che chiameremo i parasubordinati in senso stretto. Le caratteristiche dei parasubordinati in senso stretto sono in netto contrasto con quelle degli altri collaboratori: sono giovani, ricevono compensi annui modesti, sono in maggioranza donne e svolgono attività che non richiedono qualifiche elevate (per esempio vendite a domicilio, estetista, marketing e pubblicità). La brevità della serie storica, che per i parasubordinati in senso stretto si riduce ad un solo anno, limita la portata dell’analisi longitudinale. Emerge comunque che l’attuale stock di parasubordinati in senso stretto è entrato nella gestione separata molto gradualmente nel tempo. La probabilità che questi lavoratori passino ad un contratto di lavoro dipendente sembra essere più elevata per i soggetti giovani che ricevono compensi modesti, e per i lavoratori che si muovono sul territorio. In generale, infine, la parasubordinazione appare, soprattutto per le donne, una alternativa al lavoro part–time.

Il lavoro parasubordinato in Italia: tra autonomia del lavoratore e precarietà del lavoro

BERTON, Fabio;PACELLI, Lia;SEGRE, Giovanna
2005-01-01

Abstract

Nell’ultimo decennio in Italia vi è stata una vasta diffusione di forme atipiche di lavoro. In questo contesto, nel nostro paese hanno visto larga diffusione i contratti di collaborazione coordinata e continuativa. Essi presentano tutti i requisiti per affiancare un più tradizionale rapporto a tempo indeterminato nelle sue fasi di transizione. Tuttavia, se invece di affiancare i contratti tipici nelle fasi di transizione, i contratti di collaborazione si sostituissero stabilmente ad essi, allora potrebbe venirsi a creare un segmento di occupati a rischio di esclusione sociale. Le domande a cui è oggi di fondamentale importanza dare una risposta riguardano quindi l’evoluzione della carriera di questi individui. Il primo obiettivo di questo studio è quello di identificare, all’interno del mondo dei collaboratori, se vi siano soggetti a rischio, per poi tentare di cogliere l’evoluzione della loro carriera, nei limiti dei dati a disposizione. A tale scopo si utilizza una banca dati unica nel suo genere: il campione WHIP (Work Histories Italian Panel) tratto dell’archivio INPS dei contribuenti alla gestione separata, individuale e longitudinale, che può essere legato ad altri archivi INPS (in particolare a quello dei dipendenti) e che copre il periodo più lungo al momento disponibile, ovvero dall’istituzione della gestione separata nel 1996 al 1999. Nella gestione separata dell’INPS confluiscono due gruppi di lavoratori molto diversi fra loro: da un lato individui con elevate qualifiche, e/o con anche un altro impiego, che godono in sintesi di una buona posizione sul mercato del lavoro; dall’altro quelli che chiameremo i parasubordinati in senso stretto. Le caratteristiche dei parasubordinati in senso stretto sono in netto contrasto con quelle degli altri collaboratori: sono giovani, ricevono compensi annui modesti, sono in maggioranza donne e svolgono attività che non richiedono qualifiche elevate (per esempio vendite a domicilio, estetista, marketing e pubblicità). La brevità della serie storica, che per i parasubordinati in senso stretto si riduce ad un solo anno, limita la portata dell’analisi longitudinale. Emerge comunque che l’attuale stock di parasubordinati in senso stretto è entrato nella gestione separata molto gradualmente nel tempo. La probabilità che questi lavoratori passino ad un contratto di lavoro dipendente sembra essere più elevata per i soggetti giovani che ricevono compensi modesti, e per i lavoratori che si muovono sul territorio. In generale, infine, la parasubordinazione appare, soprattutto per le donne, una alternativa al lavoro part–time.
2005
1
57
99
F. BERTON; L. PACELLI; G. SEGRE
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