Il volume proviene dall’atelier del ragusano Bonino Bonini (1450-1528) e basa il suo testo sulla princeps (Firenze, Niccolò di Lorenzo, 30 agosto 1481), ma, a differenza di questa (arricchita da diciannove incisioni su rame, tutte relative all’Inferno, dell’orefice Baccio Baldini su disegni di Botticelli), si presenta come la prima edizione xilografata della Commedia. Le prime diciannove tavole prendono più di un’ispirazione da quelle botticelliane (Volkmann, 1898, pp. 51-52; Castelli, 1989, p. 138); Pasero (1928, pp. 43-44) individua la presenza, pur sotto una comune direzione, di diversi realizzatori, mentre altri (Donati, 1962, pp. 145-146; Samek-Ludovici, 1974, p. 129) pensano che sia stata utilizzata come modello una perduta edizione posteriore alla princeps (e differente dall’unica nota, Ottaviano Scoto, 23 marzo 1484). Il Comento di Landino, nato sotto il segno della signoria medicea e dello stretto rapporto fra Lorenzo il Magnifico e l’autore, si avvale del materiale raccolto durante i numerosi corsi tenuti allo Studio, ma non è il loro «sbocco naturale» e si pone come «frutto precoce e prestigioso della rinascita» di Firenze (Procaccioli, 2001, I, p. 12). Di straordinaria importanza e di concezione innovativa è il complesso Proemio, che offre un vero e proprio studio della storia civile e culturale della città. Nel secolo XVI il volume era già in possesso del cardinale e vescovo di Brescia Durante (1487-1558), legato ai Farnese e in particolare a Paolo III e autore dell’ascesa della famiglia Duranti nell’ambiente dell’aristocrazia bresciana (Sanfilippo, 1993, pp. 124-126). Sarebbe interessante sapere se l’annotazione per mano del pronipote, fitta per l’Inferno e parte del Purgatorio, sia stata stesa pensando già al possibile lettore; certo colpisce che le note si riducano fino a scomparire con il venir meno delle illustrazioni. Durante (1718-1780), gentiluomo, poeta e tragediografo, poco amato da Foscolo (che lo definì «un bresciano mezzo poeta e mezzo gentiluomo»), era grande ammiratore di Carlo Emanuele III di Savoia a cui aveva dedicato le proprie ambiziose Rime (Brescia, G.M. Rizzardi, 1755), assai lodate da Baretti nella «Frusta letteraria». Venuto di persona a Torino per presentare l’opera al re, ne ottenne grandi favori (Fagioli Vercellone, 1993, pp. 126-130) e diede inizio ad un rapporto che lo vide coinvolto anche in delicate missioni diplomatiche. Non altrettanto fortunata fu la spedizione del 1773 presso la corte sabauda, quando Durante si recò a rendere omaggio al nuovo sovrano Vittorio Amedeo III, ottenendone solo la conferma dei benefici già posseduti.

Comento di Christophoro Landino Fiorentino sopra la Comedia di Dante Alighieri poeta fiorentino, Brescia, Bonino de' Bonini, 31 maggio 1487 [scheda n. 185]

ALLASIA, Clara
2011-01-01

Abstract

Il volume proviene dall’atelier del ragusano Bonino Bonini (1450-1528) e basa il suo testo sulla princeps (Firenze, Niccolò di Lorenzo, 30 agosto 1481), ma, a differenza di questa (arricchita da diciannove incisioni su rame, tutte relative all’Inferno, dell’orefice Baccio Baldini su disegni di Botticelli), si presenta come la prima edizione xilografata della Commedia. Le prime diciannove tavole prendono più di un’ispirazione da quelle botticelliane (Volkmann, 1898, pp. 51-52; Castelli, 1989, p. 138); Pasero (1928, pp. 43-44) individua la presenza, pur sotto una comune direzione, di diversi realizzatori, mentre altri (Donati, 1962, pp. 145-146; Samek-Ludovici, 1974, p. 129) pensano che sia stata utilizzata come modello una perduta edizione posteriore alla princeps (e differente dall’unica nota, Ottaviano Scoto, 23 marzo 1484). Il Comento di Landino, nato sotto il segno della signoria medicea e dello stretto rapporto fra Lorenzo il Magnifico e l’autore, si avvale del materiale raccolto durante i numerosi corsi tenuti allo Studio, ma non è il loro «sbocco naturale» e si pone come «frutto precoce e prestigioso della rinascita» di Firenze (Procaccioli, 2001, I, p. 12). Di straordinaria importanza e di concezione innovativa è il complesso Proemio, che offre un vero e proprio studio della storia civile e culturale della città. Nel secolo XVI il volume era già in possesso del cardinale e vescovo di Brescia Durante (1487-1558), legato ai Farnese e in particolare a Paolo III e autore dell’ascesa della famiglia Duranti nell’ambiente dell’aristocrazia bresciana (Sanfilippo, 1993, pp. 124-126). Sarebbe interessante sapere se l’annotazione per mano del pronipote, fitta per l’Inferno e parte del Purgatorio, sia stata stesa pensando già al possibile lettore; certo colpisce che le note si riducano fino a scomparire con il venir meno delle illustrazioni. Durante (1718-1780), gentiluomo, poeta e tragediografo, poco amato da Foscolo (che lo definì «un bresciano mezzo poeta e mezzo gentiluomo»), era grande ammiratore di Carlo Emanuele III di Savoia a cui aveva dedicato le proprie ambiziose Rime (Brescia, G.M. Rizzardi, 1755), assai lodate da Baretti nella «Frusta letteraria». Venuto di persona a Torino per presentare l’opera al re, ne ottenne grandi favori (Fagioli Vercellone, 1993, pp. 126-130) e diede inizio ad un rapporto che lo vide coinvolto anche in delicate missioni diplomatiche. Non altrettanto fortunata fu la spedizione del 1773 presso la corte sabauda, quando Durante si recò a rendere omaggio al nuovo sovrano Vittorio Amedeo III, ottenendone solo la conferma dei benefici già posseduti.
2011
Il teatro di tutte le scienze e le arti. Raccogliere libri per coltivare idee in una capitale di età moderna. Torino 1559-1861.
Centro Studi Piemontesi
208
209
9788882621834
Cristoforo Landino; Dante
C. ALLASIA
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2318/97978
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