L’articolo prende in esame casi di rianalisi del valore della preposizione italiana “di” che emergono nelle varietà di interlingua italiane sviluppate in contesto di apprendimento spontaneo da immigrati stranieri di diversa provenienza linguistica. Si trovano infatti usi di “di” come ‘articoloide’ (marca di definitezza), come ‘marca di topic’, come marca di oggetto. Questi impieghi, del tutto estranei alle varietà di italiano dei nativi, hanno il loro punto di partenza nell’essere “di” la preposizione italiana più polisemica, generica e ‘vuota’ di significato.

Ai margini delle interlingue: "di"

BERRUTO, Gaetano
2008-01-01

Abstract

L’articolo prende in esame casi di rianalisi del valore della preposizione italiana “di” che emergono nelle varietà di interlingua italiane sviluppate in contesto di apprendimento spontaneo da immigrati stranieri di diversa provenienza linguistica. Si trovano infatti usi di “di” come ‘articoloide’ (marca di definitezza), come ‘marca di topic’, come marca di oggetto. Questi impieghi, del tutto estranei alle varietà di italiano dei nativi, hanno il loro punto di partenza nell’essere “di” la preposizione italiana più polisemica, generica e ‘vuota’ di significato.
2008
Diachronica et synchronica. Studi in onore di Anna Giacalone Ramat
ETS
1
87
109
9788846720597
preposizioni, interlingue, rianalisi, tipi di morfemi, apprendimento di L2, italiano
Gaetano BERRUTO
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