L’ampia diffusione delle tombe di famiglia è un fenomeno peculiare dell’Attica classica, che comincia nella seconda metà del V secolo e dura fino allo scorcio del secolo successivo, in contemporanea dunque con l’età aurea della democrazia ateniese. Nei cosiddetti periboli funerari il polites mette in mostra, nel microcosmo del proprio oikos, il corretto funzionamento dei meccanismi basilari sui quali si fonda la polis. Gerarchia, divisione dei ruoli e solidarietà sono i principi informatori dell’iconografia dei semata, del contenuto delle iscrizioni, della disposizione delle tombe e della selezione degli oggetti di corredo. Il linguaggio è costituito da un codice simbolico ampiamente condiviso dalla comunità. Lungi da essere una scelta arbitraria, essa è lo specchio di una realtà biografica. L’indagine delle sfere di attività dei proprietari rivela, infatti, un gruppo eterogeneo, che forniva allo stato talvolta i vertici della politica, ma soprattutto i gangli minori dell’amministrazione, quell’articolata massa di magistrati e funzionari che, con incarichi istituzionalmente temporanei, garantivano concretamente la sopravvivenza della polis. Attraverso un approccio multidisciplinare, basato sull’analisi minuziosa dei contesti archeologici e sull’indagine prosopografica sistematica, la ricerca si propone di delineare un identikit sociale dei committenti dei periboli. A dispetto di status economici e sociali disparati, l’assoluta omogeneità ideologica e la condivisione di aspirazioni e modelli comportamentali ci permettono forse di parlare di una ‘borghesia’ ante litteram. L'opera è costituita da un volume cartaceo e da un cd allegato contenente il Catalogo dei periboli analizzati (descrizione analitica dei contesti; schede prosopografiche).
I periboli funerari nell’Attica classica: lo specchio di una ‘borghesia’
MARCHIANDI, DANIELA FRANCESCA
2011-01-01
Abstract
L’ampia diffusione delle tombe di famiglia è un fenomeno peculiare dell’Attica classica, che comincia nella seconda metà del V secolo e dura fino allo scorcio del secolo successivo, in contemporanea dunque con l’età aurea della democrazia ateniese. Nei cosiddetti periboli funerari il polites mette in mostra, nel microcosmo del proprio oikos, il corretto funzionamento dei meccanismi basilari sui quali si fonda la polis. Gerarchia, divisione dei ruoli e solidarietà sono i principi informatori dell’iconografia dei semata, del contenuto delle iscrizioni, della disposizione delle tombe e della selezione degli oggetti di corredo. Il linguaggio è costituito da un codice simbolico ampiamente condiviso dalla comunità. Lungi da essere una scelta arbitraria, essa è lo specchio di una realtà biografica. L’indagine delle sfere di attività dei proprietari rivela, infatti, un gruppo eterogeneo, che forniva allo stato talvolta i vertici della politica, ma soprattutto i gangli minori dell’amministrazione, quell’articolata massa di magistrati e funzionari che, con incarichi istituzionalmente temporanei, garantivano concretamente la sopravvivenza della polis. Attraverso un approccio multidisciplinare, basato sull’analisi minuziosa dei contesti archeologici e sull’indagine prosopografica sistematica, la ricerca si propone di delineare un identikit sociale dei committenti dei periboli. A dispetto di status economici e sociali disparati, l’assoluta omogeneità ideologica e la condivisione di aspirazioni e modelli comportamentali ci permettono forse di parlare di una ‘borghesia’ ante litteram. L'opera è costituita da un volume cartaceo e da un cd allegato contenente il Catalogo dei periboli analizzati (descrizione analitica dei contesti; schede prosopografiche).File | Dimensione | Formato | |
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