Lo studio si propone di analizzare la sentenza 138/2010 della Corte costituzionale, in materia di unioni omosessuali, sotto il profilo delle tecniche argomentative che la Corte costituzionale ha impiegato per motivare la sua decisione. L'analisi compiuta ha condotto le Autrici a ritenere che la decisione fondamentale della sentenza sia racchiusa nell'asserzione secondo la quale "le unioni omosessuali non possono essere ritenute omogenee al matrimonio". Si sono pertanto impegnate a sperimentare se la cordata argomentativa sviluppata dalla Corte nel suo percorso logico fosse realmente utile al fine di sostenere tale asserzione. Sono infine giunte alla conclusione che la Corte ha elaborato la sua motivazione creando l'illusione dell'esistenza di un collegamento tra la decisione fondamentale e l'apparato argomentativo; illusione che però, infine, si è rivelata effimera. Infatti, se a una prima lettura del testo può apparire che il pilastro che sostiene la decisione sia l'argomento originalista, in realtà le Autrici dimostrano che essa si regge su un altro argomento che la Corte non osa esplicitare: l'argomento del legislatore impotente. Impotente a scardinare la tradizione sedimantata da tempo immemorabile.
Le unioni omosessuali non possono essere ritenute omogenee al matrimonio. Tecniche argomentative impiegate dalla Corte costituzionale per motivare la sentenza n. 138/2010.
MASSA PINTO, Ilenia;
2010-01-01
Abstract
Lo studio si propone di analizzare la sentenza 138/2010 della Corte costituzionale, in materia di unioni omosessuali, sotto il profilo delle tecniche argomentative che la Corte costituzionale ha impiegato per motivare la sua decisione. L'analisi compiuta ha condotto le Autrici a ritenere che la decisione fondamentale della sentenza sia racchiusa nell'asserzione secondo la quale "le unioni omosessuali non possono essere ritenute omogenee al matrimonio". Si sono pertanto impegnate a sperimentare se la cordata argomentativa sviluppata dalla Corte nel suo percorso logico fosse realmente utile al fine di sostenere tale asserzione. Sono infine giunte alla conclusione che la Corte ha elaborato la sua motivazione creando l'illusione dell'esistenza di un collegamento tra la decisione fondamentale e l'apparato argomentativo; illusione che però, infine, si è rivelata effimera. Infatti, se a una prima lettura del testo può apparire che il pilastro che sostiene la decisione sia l'argomento originalista, in realtà le Autrici dimostrano che essa si regge su un altro argomento che la Corte non osa esplicitare: l'argomento del legislatore impotente. Impotente a scardinare la tradizione sedimantata da tempo immemorabile.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
prodotto_massapinto.pdf
Accesso riservato
Tipo di file:
POSTPRINT (VERSIONE FINALE DELL’AUTORE)
Dimensione
4.78 MB
Formato
Adobe PDF
|
4.78 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.