L’industria del turismo sta progressivamente svuotando il viaggio di uno dei suoi valori antropologici ed esistenziali più fondamentali: il suo essere un laboratorio in cui i viaggiatori possono esperire temporaneamente il disgregarsi del loro regime di appartenenza sedentaria, protetti da un progetto di ritorno. Secondo questa prospettiva, il viaggio non turistico è uno dei modi migliori per testate i limiti della propria tolleranza alla diversità culturale e riconoscere, di conseguenza, l’identità della propria ‘casa’ culturale ed esistenziale. Tuttavia, i testi odeporici moderni e contemporanei perlopiù esaltano la capacità eroica del viaggiatore di superare i limiti della tolleranza. Argomentando che tale enfasi scaturisce dal desiderio coloniale di addomesticare e assimilare il mondo e la sua diversità, l’articolo si propone di sovvertire questa logica e di sostituire l’odeporica panoramica, dominate dalla volontà di potenza dei soggetti, con quella prosopopeica, la quale racconta storie di come le cose del mondo, reliquie di secoli di civiltà, respingono il viaggiatore e il suo desiderio di addomesticazione e conquista. Come esempio di tale sovversione, l’articolo propone un’esplorazione semiotica delle toilette, della loro varietà, e della loro ‘resistenza culturale’.
Dal panorama alla prosopopea: appunti per una semiotica del corpo viaggiante
LEONE, Massimo
2012-01-01
Abstract
L’industria del turismo sta progressivamente svuotando il viaggio di uno dei suoi valori antropologici ed esistenziali più fondamentali: il suo essere un laboratorio in cui i viaggiatori possono esperire temporaneamente il disgregarsi del loro regime di appartenenza sedentaria, protetti da un progetto di ritorno. Secondo questa prospettiva, il viaggio non turistico è uno dei modi migliori per testate i limiti della propria tolleranza alla diversità culturale e riconoscere, di conseguenza, l’identità della propria ‘casa’ culturale ed esistenziale. Tuttavia, i testi odeporici moderni e contemporanei perlopiù esaltano la capacità eroica del viaggiatore di superare i limiti della tolleranza. Argomentando che tale enfasi scaturisce dal desiderio coloniale di addomesticare e assimilare il mondo e la sua diversità, l’articolo si propone di sovvertire questa logica e di sostituire l’odeporica panoramica, dominate dalla volontà di potenza dei soggetti, con quella prosopopeica, la quale racconta storie di come le cose del mondo, reliquie di secoli di civiltà, respingono il viaggiatore e il suo desiderio di addomesticazione e conquista. Come esempio di tale sovversione, l’articolo propone un’esplorazione semiotica delle toilette, della loro varietà, e della loro ‘resistenza culturale’.File | Dimensione | Formato | |
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