L’articolo si inserisce in un progetto di ricerca sulla presenza del riso e del comico nel cristianesimo antico, un tema non solo quasi per nulla indagato, ma ritenuto assente nella tradizione antica, che sarebbe ostile e incompatibile ad esso. E tale valutazione riguarda anche e in particolare il Nuovo Testamento, che sembra offrire ben poco materiale utile e sul quale pesa l’idea diffusa che “Gesù non ha mai riso”. Il Nuovo Testamento costituisce per la trattazione sul riso nel cristianesimo un punto di riferimento importante in quanto gli autori cristiani vi si richiamano regolarmente. L’articolo raccoglie e analizza tutti i riferimenti e i motivi pertinenti, a partire dalla questione se Gesù abbia riso, per passare alle menzioni del riso (nel Vangelo di Luca, nella Lettera di Giacomo), alla terminologia, consistente, relativa alla derisione, ad alcuni termini che indicano arguzia (eutrapelìa, halas, charis), alle varie forme di ironia e di umorismo in detti, battute, dialoghi; in situazioni, personaggi, scene (con particolare riguardo agli Atti degli apostoli). Nella conclusione si cerca di delineare quali forme del comico siano preferite, quali evitate.
Riso, ironia, umorismo nel Nuovo Testamento
MAZZUCCO, Clementina
2007-01-01
Abstract
L’articolo si inserisce in un progetto di ricerca sulla presenza del riso e del comico nel cristianesimo antico, un tema non solo quasi per nulla indagato, ma ritenuto assente nella tradizione antica, che sarebbe ostile e incompatibile ad esso. E tale valutazione riguarda anche e in particolare il Nuovo Testamento, che sembra offrire ben poco materiale utile e sul quale pesa l’idea diffusa che “Gesù non ha mai riso”. Il Nuovo Testamento costituisce per la trattazione sul riso nel cristianesimo un punto di riferimento importante in quanto gli autori cristiani vi si richiamano regolarmente. L’articolo raccoglie e analizza tutti i riferimenti e i motivi pertinenti, a partire dalla questione se Gesù abbia riso, per passare alle menzioni del riso (nel Vangelo di Luca, nella Lettera di Giacomo), alla terminologia, consistente, relativa alla derisione, ad alcuni termini che indicano arguzia (eutrapelìa, halas, charis), alle varie forme di ironia e di umorismo in detti, battute, dialoghi; in situazioni, personaggi, scene (con particolare riguardo agli Atti degli apostoli). Nella conclusione si cerca di delineare quali forme del comico siano preferite, quali evitate.File | Dimensione | Formato | |
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