L’articolo esamina alcuni problemi legati alla coscienza ed alla fondazione del sapere dopo l’avvento della modernità. La posizione di Heidegger di fronte al cogito cartesiano è messa a confronto con una fenomenologia della vita (Husserl, Henry). Descartes e il sec. XVII non corrispondono al ruolo che ha loro assegnato il pensiero di Heidegger. L’attenzione cade sulle nozioni di coscienza, rappresentazione, manifestazione, vita. Le parole di Paolo sull’attesa di salvazione (Rom 8, 19) acquistano in questa prospettiva fenomenologica un particolare significato: il «senso» secondo cui i «fenomeni» appaiono non è dato esso stesso come sono dati i fenomeni. A partire da questa impostazione della fenomenologia della vita è discusso il testo heideggeriano sul detto di Anassimandro.
Deformalizzazione del fenomeno e fenomenologia non intenzionale
UGAZIO, Ugo
2009-01-01
Abstract
L’articolo esamina alcuni problemi legati alla coscienza ed alla fondazione del sapere dopo l’avvento della modernità. La posizione di Heidegger di fronte al cogito cartesiano è messa a confronto con una fenomenologia della vita (Husserl, Henry). Descartes e il sec. XVII non corrispondono al ruolo che ha loro assegnato il pensiero di Heidegger. L’attenzione cade sulle nozioni di coscienza, rappresentazione, manifestazione, vita. Le parole di Paolo sull’attesa di salvazione (Rom 8, 19) acquistano in questa prospettiva fenomenologica un particolare significato: il «senso» secondo cui i «fenomeni» appaiono non è dato esso stesso come sono dati i fenomeni. A partire da questa impostazione della fenomenologia della vita è discusso il testo heideggeriano sul detto di Anassimandro.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.