Attraverso un ampio scavo documentario e bibliografico, di testi italiani e stranieri, il contributo propone alcuni spunti di riflessione sul periodo di permanenza del ministro britannico James Hudson a Torino (1852-1863). Nel tentativo di restituire l’atmosfera sociale e culturale di quegli anni, il saggio offre uno spaccato dei luoghi principali della Torino dell’epoca, animata dai politici, diplomatici, intellettuali, giornalisti, e più in generale dal ceto aristocratico-borghese post quarantottesco: caffè, circoli, teatri, tribune parlamentari, salotti. Gli accenni alla vita di relazione di tali luoghi saranno intrecciati con l’esperienza diretta di Sir James, anche alla luce di due elementi significativi: la diffusione dell’anglomania («nella città italiana più di ogni altra impregnata di cultura francese») e la presenza nel regno sardo di molti esuli provenienti dagli altri stati della penisola italiana. La rete di relazione di esuli e patrioti avrà un ruolo fondamentale anche dopo la partenza di Hudson da Torino, una volta abbandonata la carriera diplomatica; e sarà proprio nel palazzo del vecchio patriota Martinengo, al termine del soggiorno di un anno sul lago di Garda, che Hudson deciderà di lasciare la sua biblioteca personale.
Hudson nella Torino del Risorgimento
CAVICCHIOLI, Silvia
2012-01-01
Abstract
Attraverso un ampio scavo documentario e bibliografico, di testi italiani e stranieri, il contributo propone alcuni spunti di riflessione sul periodo di permanenza del ministro britannico James Hudson a Torino (1852-1863). Nel tentativo di restituire l’atmosfera sociale e culturale di quegli anni, il saggio offre uno spaccato dei luoghi principali della Torino dell’epoca, animata dai politici, diplomatici, intellettuali, giornalisti, e più in generale dal ceto aristocratico-borghese post quarantottesco: caffè, circoli, teatri, tribune parlamentari, salotti. Gli accenni alla vita di relazione di tali luoghi saranno intrecciati con l’esperienza diretta di Sir James, anche alla luce di due elementi significativi: la diffusione dell’anglomania («nella città italiana più di ogni altra impregnata di cultura francese») e la presenza nel regno sardo di molti esuli provenienti dagli altri stati della penisola italiana. La rete di relazione di esuli e patrioti avrà un ruolo fondamentale anche dopo la partenza di Hudson da Torino, una volta abbandonata la carriera diplomatica; e sarà proprio nel palazzo del vecchio patriota Martinengo, al termine del soggiorno di un anno sul lago di Garda, che Hudson deciderà di lasciare la sua biblioteca personale.File | Dimensione | Formato | |
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