Da Babilonia a Aï Khanoum. Teatri greci di età ellenistica e partica a est dell’Eufrate

I teatri sono una delle più tipiche espressioni della cultura greca e il novero degli esemplari identificati su un’area geografica estesa dal Mediterraneo all’Asia interiore è tale da aver consentito numerosi studi generali o specifici sui differenti aspetti legati alla loro tecnica costruttiva, alla loro funzione politica e sociale, alla loro valenza culturale. Eppure, se si focalizza lo sguardo sull’Asia transeufratica, le nostre conoscenze si rivelano estremamente limitate, essendo editi ad oggi, nella letteratura scientifica, solo tre edifici teatrali a oriente dell’Eufrate: il teatro di Babilonia, quello di Seleucia al Tigri e quello di Aï Khanoum. Nondimeno, l’esame di questi tre esemplari fornisce interessanti spunti di riflessione sul complesso contesto di mediazione e interrelazione culturale che la loro presenza in quelle regioni non solo sottende, ma pare addirittura evidenziare sulla scorta della documentazione epigrafica e archeologica. Sembrano infatti emergere chiari indizi di una contaminazione culturale incentrata proprio sulla presenza di una tipologia architettonica che, nonostante fosse così tipicamente greca, venne recepita anche dalle culture locali, le quali ne fruirono per lungo tempo adattandola a esigenze contingenti. Se è infatti fuor di dubbio che la costruzione di un teatro debba essere considerata come l’immediata risposta delle classi dirigenti alle esigenze della componente greca delle popolazioni delle città dell’Asia seleucide, è altrettanto vero che le componenti locali sembrano aver ben assimilato e fatta propria una tipologia del tutto innovativa dal loro punto di vista e, al contempo, proprio le stesse classi dirigenti sembrano aver scientemente mediato tra le diverse culture dei residenti di origine greca e indigena.