I documenti d’archivio provenienti dall’Archivio del Duca di Candia - e in primo luogo gli atti notarili - attestano la presenza nella seconda metà del Trecento di un’intensa navigazione di cabotaggio che, partendo dall’isola di Creta, volge poi i propri traffici in direzione dell’Egeo e del Levante. Ciò che invita a modificare lo schema, ormai obsoleto, secondo cui il commercio veneziano si limiterebbe perlopiù a quello delle grandi mude. Per contro, la frequenza dei piccoli tonnellaggi gravitanti intorno al porto di Candia è il segno più evidente che tra la madrepatria, Creta e il Mediterraneo orientale si è ormai affermato e consolidato un sistema di scambi triangolare, organico e ben articolato che, ponendo l’isola al centro di una fitta trama commerciale che la riunisce alle colonie veneziane, ma anche alle province bizantine e ai possedimenti latini dell’Egeo, così come all’Anatolia turca e all’Egitto mamelucco, contribuisce in modo decisivo a integrare queste aree in un’economia di mercato volta a soddisfare i bisogni di un Occidente che richiede derrate alimentari e materie prime in cambio di prodotti artigianali e di manufatti. Soltanto l’ingresso di Creta in un sistema di scambio di tipo coloniale, collaterale e complementare rispetto ai flussi e ai ritmi del traffico veneziano, ma al contempo dotato di un suo autonomo spazio, spiega sia l’espansione del commercio locale, anche quando il commercio a lunga distanza conobbe contrazioni e oscillazioni, sia l’allargarsi significativo del suo raggio d’azione rispetto agli inizi del secolo.

La navigazione di cabotaggio a Creta nella seconda metà del Trecento(dai registri notarili candioti).

GALLINA, Mario
2008-01-01

Abstract

I documenti d’archivio provenienti dall’Archivio del Duca di Candia - e in primo luogo gli atti notarili - attestano la presenza nella seconda metà del Trecento di un’intensa navigazione di cabotaggio che, partendo dall’isola di Creta, volge poi i propri traffici in direzione dell’Egeo e del Levante. Ciò che invita a modificare lo schema, ormai obsoleto, secondo cui il commercio veneziano si limiterebbe perlopiù a quello delle grandi mude. Per contro, la frequenza dei piccoli tonnellaggi gravitanti intorno al porto di Candia è il segno più evidente che tra la madrepatria, Creta e il Mediterraneo orientale si è ormai affermato e consolidato un sistema di scambi triangolare, organico e ben articolato che, ponendo l’isola al centro di una fitta trama commerciale che la riunisce alle colonie veneziane, ma anche alle province bizantine e ai possedimenti latini dell’Egeo, così come all’Anatolia turca e all’Egitto mamelucco, contribuisce in modo decisivo a integrare queste aree in un’economia di mercato volta a soddisfare i bisogni di un Occidente che richiede derrate alimentari e materie prime in cambio di prodotti artigianali e di manufatti. Soltanto l’ingresso di Creta in un sistema di scambio di tipo coloniale, collaterale e complementare rispetto ai flussi e ai ritmi del traffico veneziano, ma al contempo dotato di un suo autonomo spazio, spiega sia l’espansione del commercio locale, anche quando il commercio a lunga distanza conobbe contrazioni e oscillazioni, sia l’allargarsi significativo del suo raggio d’azione rispetto agli inizi del secolo.
2008
38
23
103
Creta; Venezia; levante; commercio
M. GALLINA
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