ABSTRACT ## L'a. illustra le modifiche alla disciplina del procedimento cautelare uniforme intervenute, per effetto della legge 14 maggio 2005, n. 80, di conversione del d.l. 14 marzo 2005, n. 35, nell'ottica di rendere più efficace il ricorso a tale rito. ## In particolare, l'a. mette il luce come il legislatore abbia perseguito l’intento due obiettivi. Il primo è stato quello di superare, con una opportuna chiarificazione, perduranti incertezze interpretative del testo di legge, su cui la Suprema Corte non aveva potuto offrire il proprio indirizzo interpretativo, dato che i provvedimenti cautelari non sono ricorribili in Cassazione. L’altro è stato quello di spezzare il vincolo di obbligatoria strumentalità, a pena di decadenza della misura concessa, tra la fase cautelare e quella di merito, da tempo segnalato, in relazione a talune categorie di rimedi cautelari, come uno dei maggiori difetti della previgente disciplina. ## Quanto a questo secondo profilo, infatti, il legislatore ha finalmente preso atto che, ottenuto un provvedimento cautelare di tipo anticipatorio, il ricorrente vittorioso ha infatti spesso soddisfatto la propria pretesa e non ha interesse a coltivare la causa nel merito. Né l’interesse ad instaurare il giudizio a cognizione piena sorge inevitabilmente in capo alla parte soccombente, per la quale può risultare non conveniente intraprendere un successivo processo dove la propria soccombenza verrebbe probabilmente confermata ed a cui può comunque non importare di rovesciare la situazione imposta dal giudice della cautela, se prevede che la sentenza di merito sarà pronunciata a distanza di anni. ## L'a. quindi esprime un giudizio complessivamente positivo sull’intervento operato con il d.l. n. 35 del 2005, a suo tempo battezzato «decreto competitività», da cui il nome di «rito cautelare competitivo» attribuito al rito cautelare riformato dal d.l. n. 35 del 2005. SOMMARIO ## 1. Riforma del procedimento cautelare: la finalità deflattiva dei giudizi di merito e l’intento chiarificativo. – 2. (Segue): … gli interventi sulla disciplina codicistica. – 3. (Segue): … le prevedibili influenze sull’amministrazione della giustizia. – 4. Dubbi interpretativi: la soluzione ope legis. – 5. (Segue): … il ricorso nell’interesse della legge e la soluzione nomofilattica. – 6. Generalizzazione del procedimento cautelare societario: la corrispondenza perfetta. – 7. (Segue): … la corrispondenza imperfetta. – 8. (Segue): … le disarmonie inconciliabili. – 9. (Segue): … le differenze armonizzabili. – 10. Disciplina transitoria: procedimenti ante causam e in corso di causa. – 11. (Segue): … norme innovative e norme interpretative
Il rito cautelare «competitivo»
DALMOTTO, Eugenio
2008-01-01
Abstract
ABSTRACT ## L'a. illustra le modifiche alla disciplina del procedimento cautelare uniforme intervenute, per effetto della legge 14 maggio 2005, n. 80, di conversione del d.l. 14 marzo 2005, n. 35, nell'ottica di rendere più efficace il ricorso a tale rito. ## In particolare, l'a. mette il luce come il legislatore abbia perseguito l’intento due obiettivi. Il primo è stato quello di superare, con una opportuna chiarificazione, perduranti incertezze interpretative del testo di legge, su cui la Suprema Corte non aveva potuto offrire il proprio indirizzo interpretativo, dato che i provvedimenti cautelari non sono ricorribili in Cassazione. L’altro è stato quello di spezzare il vincolo di obbligatoria strumentalità, a pena di decadenza della misura concessa, tra la fase cautelare e quella di merito, da tempo segnalato, in relazione a talune categorie di rimedi cautelari, come uno dei maggiori difetti della previgente disciplina. ## Quanto a questo secondo profilo, infatti, il legislatore ha finalmente preso atto che, ottenuto un provvedimento cautelare di tipo anticipatorio, il ricorrente vittorioso ha infatti spesso soddisfatto la propria pretesa e non ha interesse a coltivare la causa nel merito. Né l’interesse ad instaurare il giudizio a cognizione piena sorge inevitabilmente in capo alla parte soccombente, per la quale può risultare non conveniente intraprendere un successivo processo dove la propria soccombenza verrebbe probabilmente confermata ed a cui può comunque non importare di rovesciare la situazione imposta dal giudice della cautela, se prevede che la sentenza di merito sarà pronunciata a distanza di anni. ## L'a. quindi esprime un giudizio complessivamente positivo sull’intervento operato con il d.l. n. 35 del 2005, a suo tempo battezzato «decreto competitività», da cui il nome di «rito cautelare competitivo» attribuito al rito cautelare riformato dal d.l. n. 35 del 2005. SOMMARIO ## 1. Riforma del procedimento cautelare: la finalità deflattiva dei giudizi di merito e l’intento chiarificativo. – 2. (Segue): … gli interventi sulla disciplina codicistica. – 3. (Segue): … le prevedibili influenze sull’amministrazione della giustizia. – 4. Dubbi interpretativi: la soluzione ope legis. – 5. (Segue): … il ricorso nell’interesse della legge e la soluzione nomofilattica. – 6. Generalizzazione del procedimento cautelare societario: la corrispondenza perfetta. – 7. (Segue): … la corrispondenza imperfetta. – 8. (Segue): … le disarmonie inconciliabili. – 9. (Segue): … le differenze armonizzabili. – 10. Disciplina transitoria: procedimenti ante causam e in corso di causa. – 11. (Segue): … norme innovative e norme interpretativeFile | Dimensione | Formato | |
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