I confidi sono da lungo tempo un tassello importante e peculiare del contesto finanziario italiano. Pur fra contraddizioni e indubbie necessità di razionalizzazione, i consorzi di garanzia mutualistica svolgono un apprezzabile ruolo di connessione fra banche e micro-piccole imprese. Tale ruolo risulta particolarmente esaltato nei momenti di crisi del sistema finanziario, quando le problematiche di contrazione e razionamento del credito si fanno più cogenti. I dati tratti dagli osservatori sulle economie regionali curati dalla Banca d’Italia mostrano in maniera vivida come anche in occasione del recente periodo di turbolenza i confidi abbiano svolto egregiamente la propria funzione. La contrazione dei prestiti bancari ha interessato infatti in maniera decisamente più marcata le imprese non garantite e “accompagnate” dai consorzi di garanzia. Nonostante il ruolo della garanzia mutualistica per l’accesso al credito sia largamente riconosciuto e apprezzato, i confidi non sono esenti da criticità e da evidenti debolezze strutturali sulle quali il legislatore, gli enti pubblici sovventori e le autorità di vigilanza sul sistema finanziario si sono interrogati ed hanno cercato di intervenire ripetutamente nel corso dell’ultimo decennio. Il primo intervento significativo risale al 2003, quando è stata varata la cosiddetta legge quadro sui confidi. Grazie a tale atto normativo il fenomeno della garanzia creditizia mutualistica – sorto e sviluppatosi spontaneamente, al di fuori di regole codificate – ha trovato un riconoscimento e una stabile cornice di riferimento. Successivamente gli sforzi di razionalizzazione hanno teso, da un lato, a diminuire la notevole frammentazione del sistema confidi e, dall’altro, ad intensificare i controlli sull’operato degli enti di garanzia. Sul primo versante, oltre agli interventi di moral suasion a vario livello, hanno pesato specifici incentivi economici – varati in molte regioni – volti a premiare e stimolare le operazioni di aggregazione societaria fra i confidi. Sul fronte dei controlli, il passo fondamentale è stato l’introduzione di un obbligo di trasformazione in intermediari vigilati, ex art. 107 del Testo Unico Bancario (Tub), in capo ai confidi di maggiore dimensione. Tale trasformazione, già prevista nel testo della legge quadro del 2003, ha trovato applicazione pratica a partire dal 31 dicembre 2009, a causa del notevole ritardo nel varo dei necessari regolamenti attuativi. Infine, la revisione del Testo Unico Bancario – diventata legge nel mese di agosto del 2010 – profila ulteriori importanti novità, questa volta soprattutto per i confidi di dimensione minore. A fronte della creazione di un Albo unico degli intermediari finanziari non bancari, delineato dal nuovo art. 106, i confidi che non saranno in grado di rispettare i criteri previsti per l’iscrizione e di sopportare gli oneri informativi conseguenti, usciranno dall’Albo e confluiranno in un nuovo elenco dei confidi, previsto dall’art. 112. La novità più significativa però risiede nella creazione di uno specifico Organismo di sorveglianza, con poteri di controllo all’entrata e successivi sugli iscritti in tale elenco. Quando il nuovo quadro normativo sarà applicato, i confidi minori usciranno quindi parzialmente dalla situazione di opacità informativa e di assenza di controlli che attualmente li caratterizza. Il capitolo 1 introduce, partendo dall’analisi della letteratura, il ruolo della garanzia quale strumento di efficientamento della filiera del credito, per poi focalizzarsi sullo specifico ruolo dei confidi, anche alla luce delle evoluzioni della normativa. Il capitolo 2, dopo aver approfondito le novità del quadro normativo sulla garanzia mutualistica ed aver tracciato un bilancio costi/benefici per i confidi che si sono o si stanno trasformando in intermediari vigilati, presenta il campione indagato e le caratteristiche del database utilizzato nel prosieguo del lavoro. Il capitolo 3 fornisce una fotografia aggiornata del sistema dei confidi di primo grado e classificati come “codice 1” al fine di evidenziarne la localizzazione geografica, la ripartizione settoriale e le principali caratteristiche dimensionali. Il capitolo 4 descrive le peculiarità operative dei confidi, focalizzando l’attenzione sulle caratteristiche delle garanzie rilasciate: grandezza chiave per analizzare livelli dimensionali e trend di crescita. L’analisi prosegue attraverso l’approfondimento di alcune tematiche relative al rapporto che i confidi intessono con i loro principali interlocutori: le imprese associate e le banche. A completamento del tema viene anche affrontata la questione connessa alla modalità con cui i confidi valutano e gestiscono il rischio di credito che si assumono in quanto garanti. I capitoli 5, 6 e 7 analizzano gli equilibri finanziari, patrimoniali ed economici rispettivamente dei confidi 106 non vigilati, dei confidi 107 vigilati e dei confidi di secondo grado. Il capitolo 8 è dedicato all’analisi dei controgaranti diversi dai confidi di II grado, con particolare riferimento al Fondo Centrale di Garanzia e al Fondo Europeo per gli Investimenti (Fei). Il capitolo 9 è dedicato all'analisi della “mortalità” e della “natalità” nel settore dei confidi: vengono infatti analizzate i processi di fusione portati a termine nel corso del quinquennio 2006-2010, che hanno profondamene modificato la struttura del sistema dei confidi, e successivamente vengono osservate le caratteristiche dei confidi di nuova istituzione nel medesimo arco temporale. Il capitolo 10, a valle delle analisi anche quantitative dei capitoli precedenti, avvia una riflessione sulla sostenibilità del sistema di Garanzia da parte della pubblica amministrazione. Con il capitolo 11 affronta il tema della applicazione della normativa comunitaria e di vigilanza agli interventi pubblici di supporto finanziario al sistema delle garanzie e procede a una qualificazione e quantificazione degli apporti regionali nell’area temporale di analisi della ricerca.
I confidi di nuova generazione. Gli impatti della crisi e delle nuove regole.
DE VINCENTIIS, Paola;
2012-01-01
Abstract
I confidi sono da lungo tempo un tassello importante e peculiare del contesto finanziario italiano. Pur fra contraddizioni e indubbie necessità di razionalizzazione, i consorzi di garanzia mutualistica svolgono un apprezzabile ruolo di connessione fra banche e micro-piccole imprese. Tale ruolo risulta particolarmente esaltato nei momenti di crisi del sistema finanziario, quando le problematiche di contrazione e razionamento del credito si fanno più cogenti. I dati tratti dagli osservatori sulle economie regionali curati dalla Banca d’Italia mostrano in maniera vivida come anche in occasione del recente periodo di turbolenza i confidi abbiano svolto egregiamente la propria funzione. La contrazione dei prestiti bancari ha interessato infatti in maniera decisamente più marcata le imprese non garantite e “accompagnate” dai consorzi di garanzia. Nonostante il ruolo della garanzia mutualistica per l’accesso al credito sia largamente riconosciuto e apprezzato, i confidi non sono esenti da criticità e da evidenti debolezze strutturali sulle quali il legislatore, gli enti pubblici sovventori e le autorità di vigilanza sul sistema finanziario si sono interrogati ed hanno cercato di intervenire ripetutamente nel corso dell’ultimo decennio. Il primo intervento significativo risale al 2003, quando è stata varata la cosiddetta legge quadro sui confidi. Grazie a tale atto normativo il fenomeno della garanzia creditizia mutualistica – sorto e sviluppatosi spontaneamente, al di fuori di regole codificate – ha trovato un riconoscimento e una stabile cornice di riferimento. Successivamente gli sforzi di razionalizzazione hanno teso, da un lato, a diminuire la notevole frammentazione del sistema confidi e, dall’altro, ad intensificare i controlli sull’operato degli enti di garanzia. Sul primo versante, oltre agli interventi di moral suasion a vario livello, hanno pesato specifici incentivi economici – varati in molte regioni – volti a premiare e stimolare le operazioni di aggregazione societaria fra i confidi. Sul fronte dei controlli, il passo fondamentale è stato l’introduzione di un obbligo di trasformazione in intermediari vigilati, ex art. 107 del Testo Unico Bancario (Tub), in capo ai confidi di maggiore dimensione. Tale trasformazione, già prevista nel testo della legge quadro del 2003, ha trovato applicazione pratica a partire dal 31 dicembre 2009, a causa del notevole ritardo nel varo dei necessari regolamenti attuativi. Infine, la revisione del Testo Unico Bancario – diventata legge nel mese di agosto del 2010 – profila ulteriori importanti novità, questa volta soprattutto per i confidi di dimensione minore. A fronte della creazione di un Albo unico degli intermediari finanziari non bancari, delineato dal nuovo art. 106, i confidi che non saranno in grado di rispettare i criteri previsti per l’iscrizione e di sopportare gli oneri informativi conseguenti, usciranno dall’Albo e confluiranno in un nuovo elenco dei confidi, previsto dall’art. 112. La novità più significativa però risiede nella creazione di uno specifico Organismo di sorveglianza, con poteri di controllo all’entrata e successivi sugli iscritti in tale elenco. Quando il nuovo quadro normativo sarà applicato, i confidi minori usciranno quindi parzialmente dalla situazione di opacità informativa e di assenza di controlli che attualmente li caratterizza. Il capitolo 1 introduce, partendo dall’analisi della letteratura, il ruolo della garanzia quale strumento di efficientamento della filiera del credito, per poi focalizzarsi sullo specifico ruolo dei confidi, anche alla luce delle evoluzioni della normativa. Il capitolo 2, dopo aver approfondito le novità del quadro normativo sulla garanzia mutualistica ed aver tracciato un bilancio costi/benefici per i confidi che si sono o si stanno trasformando in intermediari vigilati, presenta il campione indagato e le caratteristiche del database utilizzato nel prosieguo del lavoro. Il capitolo 3 fornisce una fotografia aggiornata del sistema dei confidi di primo grado e classificati come “codice 1” al fine di evidenziarne la localizzazione geografica, la ripartizione settoriale e le principali caratteristiche dimensionali. Il capitolo 4 descrive le peculiarità operative dei confidi, focalizzando l’attenzione sulle caratteristiche delle garanzie rilasciate: grandezza chiave per analizzare livelli dimensionali e trend di crescita. L’analisi prosegue attraverso l’approfondimento di alcune tematiche relative al rapporto che i confidi intessono con i loro principali interlocutori: le imprese associate e le banche. A completamento del tema viene anche affrontata la questione connessa alla modalità con cui i confidi valutano e gestiscono il rischio di credito che si assumono in quanto garanti. I capitoli 5, 6 e 7 analizzano gli equilibri finanziari, patrimoniali ed economici rispettivamente dei confidi 106 non vigilati, dei confidi 107 vigilati e dei confidi di secondo grado. Il capitolo 8 è dedicato all’analisi dei controgaranti diversi dai confidi di II grado, con particolare riferimento al Fondo Centrale di Garanzia e al Fondo Europeo per gli Investimenti (Fei). Il capitolo 9 è dedicato all'analisi della “mortalità” e della “natalità” nel settore dei confidi: vengono infatti analizzate i processi di fusione portati a termine nel corso del quinquennio 2006-2010, che hanno profondamene modificato la struttura del sistema dei confidi, e successivamente vengono osservate le caratteristiche dei confidi di nuova istituzione nel medesimo arco temporale. Il capitolo 10, a valle delle analisi anche quantitative dei capitoli precedenti, avvia una riflessione sulla sostenibilità del sistema di Garanzia da parte della pubblica amministrazione. Con il capitolo 11 affronta il tema della applicazione della normativa comunitaria e di vigilanza agli interventi pubblici di supporto finanziario al sistema delle garanzie e procede a una qualificazione e quantificazione degli apporti regionali nell’area temporale di analisi della ricerca.File | Dimensione | Formato | |
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