Tra la fine degli anni Sessanta e la prima metà dei Settanta all’interno del rock psichedelico si sviluppò una corrente che traeva ispirazione dai viaggi stellari e le suggestioni “cosmiche”, il cosiddetto space rock. In questo saggio vengono analizzate tre canzoni di grande successo commerciale (Space Oddity di David Bowie, Rocket Man di Elton John e ’39 dei Queen) dal punto di vista armonico, strutturale, del mixaggio e del testo; esse narrano sì di viaggi spaziali, ma senza l’ingenuità e la speranza in un contatto alieno tipiche dell’epoca psichedelica. Attenzione particolare viene rivolta alla rappresentazione, in termini sonori, del viaggio nello spazio e alla distorsioni temporali che uno spostamento a velocità luce comporterebbe.
So lonely (out in space). Tre canzoni sui viaggi spaziali
CONTI, JACOPO
2011-01-01
Abstract
Tra la fine degli anni Sessanta e la prima metà dei Settanta all’interno del rock psichedelico si sviluppò una corrente che traeva ispirazione dai viaggi stellari e le suggestioni “cosmiche”, il cosiddetto space rock. In questo saggio vengono analizzate tre canzoni di grande successo commerciale (Space Oddity di David Bowie, Rocket Man di Elton John e ’39 dei Queen) dal punto di vista armonico, strutturale, del mixaggio e del testo; esse narrano sì di viaggi spaziali, ma senza l’ingenuità e la speranza in un contatto alieno tipiche dell’epoca psichedelica. Attenzione particolare viene rivolta alla rappresentazione, in termini sonori, del viaggio nello spazio e alla distorsioni temporali che uno spostamento a velocità luce comporterebbe.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.