In una prova di confronto fra 10 portinnesti condotta su terreno da argillo-limoso a sabbioso-limoso, declive, nel complesso dei 16 anni di prova, la maggior produttività dell’‘SO4’, già evidenziatasi sulle giovani viti nei primi 4 anni di rilievo, è stata quasi costantemente confermata negli anni successivi, tanto che la resa risulta del 28% superiore (a causa soprattutto del maggior numero di grappoli) a quella su ‘420 A’, anche una volta superata la fase iniziale di sviluppo più lento di quest’ultimo. Le oscillazioni annuali su ‘SO4’ sono comunque superiori a quelle riscontrate per altri portinnesti. Complessivamente superiore alla media è stata anche la produzione su ‘1103 P’, inferiore quella su ‘du Lot’ che negli ultimi due anni anzi è inferiore in valore assoluto a quella su ‘420 A’. Il tenore zuccherino del mosto delle viti innestate su ‘SO4’ si mantiene su livelli elevati (salvo alcune poche annate con un carico eccessivo), tanto che nel complesso risulta inferiore soltanto a quello delle piante su ‘420 A’ che fanno riscontrare le gradazioni zuccherine maggiori con una produzione però molto più limitata. Rimane confermata una buona acidità del mosto accompagnata da un pH particolarmente basso nelle viti su ‘41B’, mentre all’elevata acidità su ‘Kober 5BB’ e su ‘Cosmo 10’ fa riscontro un pH nettamente più alto della media. La peculiare caratteristica del ‘420 A’ di indurre una bassa acidità insieme però ad un pH appena più elevato di quello del mosto ottenuto su ‘41 B’ è stata anch’essa confermata. Il rapporto acido tartarico/acido malico nel mosto, particolarmente alto nel caso del ‘420 A’, seguito dal ‘1103 P’ e dal ‘41 B’, sembra concorra a questo risultato. Le analisi fogliari denunciano un tenore di calcio nel lembo particolarmente elevato per il ‘Moscato’ innestato su ‘Kober 5BB e ‘Cosmo 10’, che potrebbe essere indicativo di una maggior capacità di assorbimento cationico, confermata dai rilievi del 1987 sul mosto, soltanto però per il calcio. Il ‘Moscato bianco’ è notoriamente sensibile agli attacchi botritici, anche se la maturazione precoce lo mette in genere al riparo dai nefasti effetti delle piogge equinoziali. Attacchi pesanti nel vigneto in esame si sono avuti soprattutto nel 1987 e nel 1999, minimi nel 1985, 1990 e 1991, contenuti negli altri anni. A parità di data di raccolta fra le diverse tesi, come media del periodo, i danni sono apparsi tendenzialmente più elevati su ‘Cosmo 10’, ‘SO4’ e ‘Cosmo 2’ in confronto a ‘140 Ru’, ‘420 A’ e ’41 B’, con vegetazione più contenuta. Il vigore vegetativo (valutato come massa dei sarmenti) è in genere maggiore su ‘Cosmo 10’, ‘Kober 5BB’ e ‘1103P’ , seguiti da ‘Cosmo 2’ e ‘SO4’. Gli altri portinnesti inducono soltanto un aumento medio del 20% circa rispetto al ‘420 A’. La superficie fogliare unitaria nel 1998 è apparsa maggiore nelle viti innestate su ‘SO4’, ‘Cosmo 10’ e ‘du Lot’ e decisamente inferiore su ‘420 A’ e ‘41 B’, mentre nel 1999 i valori sono apparsi più simili fra loro, a parte il ‘420 A’ che anzi ha fatto registrare uno scarto ancora maggiore. I rilievi del 1998 hanno evidenziato un’attività fotosintetica per unità di superficie fogliareunitaria superiore nelle viti innestate su ‘1103 P’ ed ‘SO4’ (seguite da ‘140 Ru’) nei confronti di quelle su ‘420 A’ e ‘du Lot’. La traspirazione e la conduttanza stomatica apparivano elevati su ‘41 B’ e ‘Cosmo 10’. Nel 1999 la misura del potenziale idrico del fusto, che rappresenta un indice dello stato idrico della pianta, ha dato valori meno negativi per il ‘140 Ru’ (che è noto per la sua resistenza alla siccità), ‘du Lot’ e ‘Cosmo 10’. Valori più bassi, indicativi di una maggior sensibilità agli stress idrici, sono stati rilevati per ‘Cosmo 2’ ed ‘SO4’, che pure nel 1998 avevano indotto valori elevati di traspirazione e conduttanza stomatica. La piovosità nel quadrimestre maggio-agosto era però stata più elevata nel 1998 che nel 1999. Tali rilievi sembrano confermare che l’‘SO4’ può essere un buon portinnesto per il ‘Moscato bianco’ in climi temperati con primavere piovose ed estati asciutte. Infatti, induce alti valori di tasso fotosintetico ed attività traspirativa in annate in cui la disponibilità idrica estiva è ancora sufficiente. Se questa cala, il potenziale idrico diminuisce, senza però compromettere l’accumulo zuccherino negli acini, perché anzi sposta l’equilibrio vegeto-produttivo verso la bacca, situazione ottimale che nelle viticolture irrigue di regioni caldo-aride viene provocata inducendo un deficit idrico controllato a partire dall’invaiatura. Al contrario, il ‘420 A’ mostra capacità estrattive e conduttive dell’acqua sempre inferiori, ma riesce a portare a ottima maturazione la produzione che però è inferiore. Infatti, nelle condizioni della prova il ‘420 A’ ha limitato la vigoria del ‘Moscato bianco’, favorendo una maturazione precoce dell’uva, benché non accompagnata da un contenuto terpenico dei mosti migliore rispetto ad altri portinnesti, quali il ‘Cosmo 2’ o il ‘1103 P’ che inducono maggior vigore e maturazione più tardiva delle uve.

La scelta del portinnesto per il ‘Moscato bianco’ nella zona di produzione dell’Asti.

BOVIO, Marco;LOVISOLO, Claudio;
1999-01-01

Abstract

In una prova di confronto fra 10 portinnesti condotta su terreno da argillo-limoso a sabbioso-limoso, declive, nel complesso dei 16 anni di prova, la maggior produttività dell’‘SO4’, già evidenziatasi sulle giovani viti nei primi 4 anni di rilievo, è stata quasi costantemente confermata negli anni successivi, tanto che la resa risulta del 28% superiore (a causa soprattutto del maggior numero di grappoli) a quella su ‘420 A’, anche una volta superata la fase iniziale di sviluppo più lento di quest’ultimo. Le oscillazioni annuali su ‘SO4’ sono comunque superiori a quelle riscontrate per altri portinnesti. Complessivamente superiore alla media è stata anche la produzione su ‘1103 P’, inferiore quella su ‘du Lot’ che negli ultimi due anni anzi è inferiore in valore assoluto a quella su ‘420 A’. Il tenore zuccherino del mosto delle viti innestate su ‘SO4’ si mantiene su livelli elevati (salvo alcune poche annate con un carico eccessivo), tanto che nel complesso risulta inferiore soltanto a quello delle piante su ‘420 A’ che fanno riscontrare le gradazioni zuccherine maggiori con una produzione però molto più limitata. Rimane confermata una buona acidità del mosto accompagnata da un pH particolarmente basso nelle viti su ‘41B’, mentre all’elevata acidità su ‘Kober 5BB’ e su ‘Cosmo 10’ fa riscontro un pH nettamente più alto della media. La peculiare caratteristica del ‘420 A’ di indurre una bassa acidità insieme però ad un pH appena più elevato di quello del mosto ottenuto su ‘41 B’ è stata anch’essa confermata. Il rapporto acido tartarico/acido malico nel mosto, particolarmente alto nel caso del ‘420 A’, seguito dal ‘1103 P’ e dal ‘41 B’, sembra concorra a questo risultato. Le analisi fogliari denunciano un tenore di calcio nel lembo particolarmente elevato per il ‘Moscato’ innestato su ‘Kober 5BB e ‘Cosmo 10’, che potrebbe essere indicativo di una maggior capacità di assorbimento cationico, confermata dai rilievi del 1987 sul mosto, soltanto però per il calcio. Il ‘Moscato bianco’ è notoriamente sensibile agli attacchi botritici, anche se la maturazione precoce lo mette in genere al riparo dai nefasti effetti delle piogge equinoziali. Attacchi pesanti nel vigneto in esame si sono avuti soprattutto nel 1987 e nel 1999, minimi nel 1985, 1990 e 1991, contenuti negli altri anni. A parità di data di raccolta fra le diverse tesi, come media del periodo, i danni sono apparsi tendenzialmente più elevati su ‘Cosmo 10’, ‘SO4’ e ‘Cosmo 2’ in confronto a ‘140 Ru’, ‘420 A’ e ’41 B’, con vegetazione più contenuta. Il vigore vegetativo (valutato come massa dei sarmenti) è in genere maggiore su ‘Cosmo 10’, ‘Kober 5BB’ e ‘1103P’ , seguiti da ‘Cosmo 2’ e ‘SO4’. Gli altri portinnesti inducono soltanto un aumento medio del 20% circa rispetto al ‘420 A’. La superficie fogliare unitaria nel 1998 è apparsa maggiore nelle viti innestate su ‘SO4’, ‘Cosmo 10’ e ‘du Lot’ e decisamente inferiore su ‘420 A’ e ‘41 B’, mentre nel 1999 i valori sono apparsi più simili fra loro, a parte il ‘420 A’ che anzi ha fatto registrare uno scarto ancora maggiore. I rilievi del 1998 hanno evidenziato un’attività fotosintetica per unità di superficie fogliareunitaria superiore nelle viti innestate su ‘1103 P’ ed ‘SO4’ (seguite da ‘140 Ru’) nei confronti di quelle su ‘420 A’ e ‘du Lot’. La traspirazione e la conduttanza stomatica apparivano elevati su ‘41 B’ e ‘Cosmo 10’. Nel 1999 la misura del potenziale idrico del fusto, che rappresenta un indice dello stato idrico della pianta, ha dato valori meno negativi per il ‘140 Ru’ (che è noto per la sua resistenza alla siccità), ‘du Lot’ e ‘Cosmo 10’. Valori più bassi, indicativi di una maggior sensibilità agli stress idrici, sono stati rilevati per ‘Cosmo 2’ ed ‘SO4’, che pure nel 1998 avevano indotto valori elevati di traspirazione e conduttanza stomatica. La piovosità nel quadrimestre maggio-agosto era però stata più elevata nel 1998 che nel 1999. Tali rilievi sembrano confermare che l’‘SO4’ può essere un buon portinnesto per il ‘Moscato bianco’ in climi temperati con primavere piovose ed estati asciutte. Infatti, induce alti valori di tasso fotosintetico ed attività traspirativa in annate in cui la disponibilità idrica estiva è ancora sufficiente. Se questa cala, il potenziale idrico diminuisce, senza però compromettere l’accumulo zuccherino negli acini, perché anzi sposta l’equilibrio vegeto-produttivo verso la bacca, situazione ottimale che nelle viticolture irrigue di regioni caldo-aride viene provocata inducendo un deficit idrico controllato a partire dall’invaiatura. Al contrario, il ‘420 A’ mostra capacità estrattive e conduttive dell’acqua sempre inferiori, ma riesce a portare a ottima maturazione la produzione che però è inferiore. Infatti, nelle condizioni della prova il ‘420 A’ ha limitato la vigoria del ‘Moscato bianco’, favorendo una maturazione precoce dell’uva, benché non accompagnata da un contenuto terpenico dei mosti migliore rispetto ad altri portinnesti, quali il ‘Cosmo 2’ o il ‘1103 P’ che inducono maggior vigore e maturazione più tardiva delle uve.
1999
23
153
194
Gay Eynard G; Morando A; Bovio M; Lovisolo C; Morando P.
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