Le riflessioni teologiche di Cusano, nel De visione Dei, partono da un esperimento che egli propone ai monaci di Tegernsee, destinatari dello scritto. Si tratta di una experimentalis praxis di cui egli giudica non esservi una più adatta, come manuductio, per accedere alla visione senza veli di Dio. Quest’esperimento consiste nel disporsi a semicerchio intorno all’immagine dell’onniveggente ai monaci inviata. Qui, com’è stato osservato, “il semicerchio dei monaci, che sono ad un tempo spettatori ed attori, come nella liturgia, obbedisce al primato del centro e della circonferenza”, ovvero della fonte centrale d’irradiazione dell’immagine cuncta videns (l’icona Dei, enigma sensibile dell’absoluta visio divina) esplicatesi nello spazio geometrico occupato in modo vario dai monaci. Ora, quest’immagine, pur permanendo in sé stabile e immobile nella sua assoluta perfezione onnicomplicativa, si autoesplica creativamente nel perimetro della circonferenza, partecipandosi variamente alla molteplicità dei punti d’osservazione su di essa assunti dai singoli monaci contemplanti: in quanto enigma sensibile del divino, scrive Cusano, l’immagine dell’onniveggente "in se manens, varie se ostendit".

L'ontologia dell'imago nel pensiero di Cusano. Lo specchio e l'icona Dei

CUOZZO, Gianluca
2003-01-01

Abstract

Le riflessioni teologiche di Cusano, nel De visione Dei, partono da un esperimento che egli propone ai monaci di Tegernsee, destinatari dello scritto. Si tratta di una experimentalis praxis di cui egli giudica non esservi una più adatta, come manuductio, per accedere alla visione senza veli di Dio. Quest’esperimento consiste nel disporsi a semicerchio intorno all’immagine dell’onniveggente ai monaci inviata. Qui, com’è stato osservato, “il semicerchio dei monaci, che sono ad un tempo spettatori ed attori, come nella liturgia, obbedisce al primato del centro e della circonferenza”, ovvero della fonte centrale d’irradiazione dell’immagine cuncta videns (l’icona Dei, enigma sensibile dell’absoluta visio divina) esplicatesi nello spazio geometrico occupato in modo vario dai monaci. Ora, quest’immagine, pur permanendo in sé stabile e immobile nella sua assoluta perfezione onnicomplicativa, si autoesplica creativamente nel perimetro della circonferenza, partecipandosi variamente alla molteplicità dei punti d’osservazione su di essa assunti dai singoli monaci contemplanti: in quanto enigma sensibile del divino, scrive Cusano, l’immagine dell’onniveggente "in se manens, varie se ostendit".
2003
Pensiero metafisico e pensiero ermeneutico
Città Nuova
1
93
128
8831174525
editrice.cittanuova.it/
Visione speculare; mistica; prospettiva; icona del divino; pittura fiamminga
Gianluca Cuozzo
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