Il volume affronta alcuni nodi problematici emersi in seguito alle modifiche che, fra il 1999 e il 2001, hanno interessato il Titolo V della Parte II della Costituzione. Nel primo capitolo il lavoro ripercorre il contesto in cui si è inserita la riforma, per sottolinearne gli aspetti di continuità con la Costituzione del 1948 (con l’art. 5 soprattutto) e quelli di maggiore innovazione, con particolare riferimento ai settori della legislazione, dell’amministrazione e finanziario, nonché alle principali differenze fra il ruolo delle Regioni, da un lato, e quello degli Enti locali dall’altro. Il secondo capitolo affronta il tema dei controlli sugli Enti territoriali, soffermandosi sull’intreccio fra le diverse funzioni della Corte dei Conti e sul ruolo dei vincoli europei. I tre capitoli successivi prendono in esame alcuni aspetti significativi della disciplina degli Enti territoriali successiva alla riforma e, nello specifico, l’autonomia statutaria delle Regioni ordinarie e di quelle speciali (con particolare riferimento alla posizione dei nuovi Statuti nel sistema delle fonti); l’ambito di autonomia riconosciuto a Comuni e Province (sia in relazione al loro collegamento con gli interessi locali, sia per quanto concerne la potestà normativa); il nuovo assetto delle fonti regolamentari (in riferimento al dettato degli attuali artt. 121, c. I e IV; 117, c. VI Cost.; all’interpretazione della giurisprudenza amministrativa e costituzionale). Nell’ultimo capitolo il saggio si sofferma sulle proposte normative presentate dal Governo allora in carica e volte a delineare una “Carta delle Autonomie”, analizzandone gli aspetti problematici ed esprimendo l’auspicio finale che il nostro ordinamento riesca a risolvere i nodi critici posti dall’”esplosione” di un sistema divenuto ormai “policentrico”.
Il sistema "instabile" delle autonomie locali
PIZZETTI, Francesco;POGGI, Anna Maria
2007-01-01
Abstract
Il volume affronta alcuni nodi problematici emersi in seguito alle modifiche che, fra il 1999 e il 2001, hanno interessato il Titolo V della Parte II della Costituzione. Nel primo capitolo il lavoro ripercorre il contesto in cui si è inserita la riforma, per sottolinearne gli aspetti di continuità con la Costituzione del 1948 (con l’art. 5 soprattutto) e quelli di maggiore innovazione, con particolare riferimento ai settori della legislazione, dell’amministrazione e finanziario, nonché alle principali differenze fra il ruolo delle Regioni, da un lato, e quello degli Enti locali dall’altro. Il secondo capitolo affronta il tema dei controlli sugli Enti territoriali, soffermandosi sull’intreccio fra le diverse funzioni della Corte dei Conti e sul ruolo dei vincoli europei. I tre capitoli successivi prendono in esame alcuni aspetti significativi della disciplina degli Enti territoriali successiva alla riforma e, nello specifico, l’autonomia statutaria delle Regioni ordinarie e di quelle speciali (con particolare riferimento alla posizione dei nuovi Statuti nel sistema delle fonti); l’ambito di autonomia riconosciuto a Comuni e Province (sia in relazione al loro collegamento con gli interessi locali, sia per quanto concerne la potestà normativa); il nuovo assetto delle fonti regolamentari (in riferimento al dettato degli attuali artt. 121, c. I e IV; 117, c. VI Cost.; all’interpretazione della giurisprudenza amministrativa e costituzionale). Nell’ultimo capitolo il saggio si sofferma sulle proposte normative presentate dal Governo allora in carica e volte a delineare una “Carta delle Autonomie”, analizzandone gli aspetti problematici ed esprimendo l’auspicio finale che il nostro ordinamento riesca a risolvere i nodi critici posti dall’”esplosione” di un sistema divenuto ormai “policentrico”.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.