Lo screening del cancro polmonare desta numerosi interessi per diversi motivi, in primo luogo, essendo, questa neoplasia, ancora oggi la principale causa di morte per cancro in entrambi i sessi e in secondo luogo risultando la sopravvivenza globale a 5 anni stabile ormai da parecchi anni intorno al 10-15% nonostante i progressi della terapia medica e della chirurgia. L’unica possibilità terapeutica reale è tuttora rappresentata dall’intervento chirurgico, che, per fornire risultati utili, deve consentire la radicalità dell’asportazione della lesione che postula, quindi, la scoperta della lesione in fase iniziale. Questa semplice considerazione ha da tempo indotto a ricercare uno strumento che consentisse la diagnosi precoce del tumore polmonare possibilmente in fase preclinica, onde offrire al chirurgo le migliori chances di successo. I programmi con TC a bassa dose, completati di recente, devono essere considerati pionieri per la grande quantità di informazioni che sono e saranno in grado di fornire su dimensioni, distribuzione ed evoluzione dei tumori riscontrati. Inoltre, anche se su piccoli campioni, contribuiscono alla valutazione della fattibilità dello screening le esperienze di tutti i progetti non randomizzati e non controllati, per la possibilità che essi offrono di testare e perfezionare l’intervallo ideale tra due test periodici, la validità degli algoritmi diagnostici con le differenti metodiche aggiuntive e le possibilità terapeutiche nella gestione dei tumori in fase precoce. Il beneficio eventuale di un’indagine di questo tipo deve, però, tenere conto dei costi che devono essere accettabili sia in termini economici sia in termini di danno indotto da radiazioni. In ogni caso gli unici dati reali saranno quelli emergenti dagli studi randomizzati controllati che sono stati avviati in numerose nazioni per i quali bisognerà ancora attendere alcuni anni.

ATTUALITÀ SULLO SCREENING DEL TUMORE POLMONARE CON TOMOGRAFIA COMPUTERIZZATA SPIRALE A BASSA DOSE.

GIAJ LEVRA, Matteo;NOVELLO, Silvia;FAVA, Cesare
2007-01-01

Abstract

Lo screening del cancro polmonare desta numerosi interessi per diversi motivi, in primo luogo, essendo, questa neoplasia, ancora oggi la principale causa di morte per cancro in entrambi i sessi e in secondo luogo risultando la sopravvivenza globale a 5 anni stabile ormai da parecchi anni intorno al 10-15% nonostante i progressi della terapia medica e della chirurgia. L’unica possibilità terapeutica reale è tuttora rappresentata dall’intervento chirurgico, che, per fornire risultati utili, deve consentire la radicalità dell’asportazione della lesione che postula, quindi, la scoperta della lesione in fase iniziale. Questa semplice considerazione ha da tempo indotto a ricercare uno strumento che consentisse la diagnosi precoce del tumore polmonare possibilmente in fase preclinica, onde offrire al chirurgo le migliori chances di successo. I programmi con TC a bassa dose, completati di recente, devono essere considerati pionieri per la grande quantità di informazioni che sono e saranno in grado di fornire su dimensioni, distribuzione ed evoluzione dei tumori riscontrati. Inoltre, anche se su piccoli campioni, contribuiscono alla valutazione della fattibilità dello screening le esperienze di tutti i progetti non randomizzati e non controllati, per la possibilità che essi offrono di testare e perfezionare l’intervallo ideale tra due test periodici, la validità degli algoritmi diagnostici con le differenti metodiche aggiuntive e le possibilità terapeutiche nella gestione dei tumori in fase precoce. Il beneficio eventuale di un’indagine di questo tipo deve, però, tenere conto dei costi che devono essere accettabili sia in termini economici sia in termini di danno indotto da radiazioni. In ogni caso gli unici dati reali saranno quelli emergenti dagli studi randomizzati controllati che sono stati avviati in numerose nazioni per i quali bisognerà ancora attendere alcuni anni.
2007
46, N 3
235
242
L CARDINALE; M. GIAJ LEVRA; S. NOVELLO; AM PRIOLA; SM PRIOLA; D. SARDO; C. FAVA
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