La dorsale alpina del Piemonte conserva una ricca serie di toponimi correlati alle località di stazionamento pastorale stagionale (gias, muanda, alpe, forest…). La varietà terminologica non pare necessariamente connessa a differenze nelle tipologie insediative o a variabili geomorfologiche quali l’altitudine, l’esposizione, il terreno: voci diverse appaiono coesistere sullo stesso territorio, pur risultando sinonimiche e di fatto sovrapponibili. Degno di interesse è il fatto che nella cartografia dell’IGM queste indicazioni toponimiche si presentano in forma dialettale o con minimi adattamenti di superficie: è quindi possibile evidenziare indirettamente le aree con maggiore conservatività dal punto di vista linguistico, confermando d’altra parte la residualità delle voci legate alle attività pastorali. Emerge infatti la difficoltà del cartografo di intervenire uniformando le denominazioni o realizzando una sistematizzazione delle denominazioni semanticamente affini. Una ricognizione settecentesca dei passaggi tra Piemonte e Francia, approntata ad uso militare, costituisce un'utile fonte per la verifica della diffusione delle forme toponimiche nelle vallate valdesi, mettendo in luce eventuali differenze semantiche nell'uso delle singole voci. Il rilevamento delle località interessate attraverso il GIS consente di delineare la specifica distribuzione delle diverse forme; il confronto con la toponomastica d’Oltralpe documenta la continuità delle denominazioni locali al di là dei confini nazionali.
Riflessi delle attività pastorali nella toponomastica alpina del Piemonte: varietà e diffusione della terminologia legata all'insediamento stagionale
PAPA, ELENA
2013-01-01
Abstract
La dorsale alpina del Piemonte conserva una ricca serie di toponimi correlati alle località di stazionamento pastorale stagionale (gias, muanda, alpe, forest…). La varietà terminologica non pare necessariamente connessa a differenze nelle tipologie insediative o a variabili geomorfologiche quali l’altitudine, l’esposizione, il terreno: voci diverse appaiono coesistere sullo stesso territorio, pur risultando sinonimiche e di fatto sovrapponibili. Degno di interesse è il fatto che nella cartografia dell’IGM queste indicazioni toponimiche si presentano in forma dialettale o con minimi adattamenti di superficie: è quindi possibile evidenziare indirettamente le aree con maggiore conservatività dal punto di vista linguistico, confermando d’altra parte la residualità delle voci legate alle attività pastorali. Emerge infatti la difficoltà del cartografo di intervenire uniformando le denominazioni o realizzando una sistematizzazione delle denominazioni semanticamente affini. Una ricognizione settecentesca dei passaggi tra Piemonte e Francia, approntata ad uso militare, costituisce un'utile fonte per la verifica della diffusione delle forme toponimiche nelle vallate valdesi, mettendo in luce eventuali differenze semantiche nell'uso delle singole voci. Il rilevamento delle località interessate attraverso il GIS consente di delineare la specifica distribuzione delle diverse forme; il confronto con la toponomastica d’Oltralpe documenta la continuità delle denominazioni locali al di là dei confini nazionali.File | Dimensione | Formato | |
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