Fra le peculiarità del sistema finanziario italiano possono sicuramente essere annoverati i consorzi di garanzia mutualistica per l’accesso al credito delle piccole e medie imprese, meglio noti come consorzi fidi o confidi. Altri paesi europei e non presentano enti – di natura pubblica, privata o mista – con ruoli simili, ma indubbiamente nel nostro paese il fenomeno presenta un radicamento, una capillarità e una importanza particolari. In occasione delle crisi finanziarie tutti i meccanismi e gli strumenti in grado di lenire i fenomeni di razionamento del credito bancario assumono particolare importanza e sono spesso utilizzati come canali per la realizzazione di azioni di politica economica mirate a sostenere lo sviluppo. Il prolungato periodo di turbolenza cominciato nel 2008 non ha fatto eccezione in questo senso. L’attività dei consorzi fidi è cresciuta rapidamente, sotto la spinta non solo di una forte domanda di garanzie da parte delle banche e delle imprese, ma anche di un imponente flusso di risorse pubbliche volto a facilitare e preservare l’approvvigionamento di fondi alle PMI. Scopo della trattazione che segue è approfondire quale sia stato sinora l’impatto della crisi finanziaria in atto sul sistema confidi, sotto i profili del volume di attività, del flusso di risorse pubbliche ricevuto, degli equilibri economico-finanziari e gestionali degli enti garanti. L’analisi è incentrata sul comparto dei confidi vigilati (ex art. 107 Tub) e sui confidi non vigilati di maggiore dimensione, prendendo in analisi il biennio 2009-2010. Il campione da noi selezionato rappresenta numericamente una piccola frazione del teorico universo dei confidi, ma copre una percentuale pari a circa il 90 per cento in termini di garanzie erogate a fine 2009. Si tratta, in altre parole, del centro pulsante del sistema. Intorno a questo centro gravitano numerosi soggetti, spesso caratterizzati da dimensioni e livelli di attività così minimali da mettere in serio dubbio le loro possibilità di sopravvivenza futura.

Una valutazione sulla solidità economico-finanziaria del sistema confidi alle prese con la crisi finanziaria

DAMILANO, Marina;DE VINCENTIIS, Paola;ISAIA, Eleonora
2012-01-01

Abstract

Fra le peculiarità del sistema finanziario italiano possono sicuramente essere annoverati i consorzi di garanzia mutualistica per l’accesso al credito delle piccole e medie imprese, meglio noti come consorzi fidi o confidi. Altri paesi europei e non presentano enti – di natura pubblica, privata o mista – con ruoli simili, ma indubbiamente nel nostro paese il fenomeno presenta un radicamento, una capillarità e una importanza particolari. In occasione delle crisi finanziarie tutti i meccanismi e gli strumenti in grado di lenire i fenomeni di razionamento del credito bancario assumono particolare importanza e sono spesso utilizzati come canali per la realizzazione di azioni di politica economica mirate a sostenere lo sviluppo. Il prolungato periodo di turbolenza cominciato nel 2008 non ha fatto eccezione in questo senso. L’attività dei consorzi fidi è cresciuta rapidamente, sotto la spinta non solo di una forte domanda di garanzie da parte delle banche e delle imprese, ma anche di un imponente flusso di risorse pubbliche volto a facilitare e preservare l’approvvigionamento di fondi alle PMI. Scopo della trattazione che segue è approfondire quale sia stato sinora l’impatto della crisi finanziaria in atto sul sistema confidi, sotto i profili del volume di attività, del flusso di risorse pubbliche ricevuto, degli equilibri economico-finanziari e gestionali degli enti garanti. L’analisi è incentrata sul comparto dei confidi vigilati (ex art. 107 Tub) e sui confidi non vigilati di maggiore dimensione, prendendo in analisi il biennio 2009-2010. Il campione da noi selezionato rappresenta numericamente una piccola frazione del teorico universo dei confidi, ma copre una percentuale pari a circa il 90 per cento in termini di garanzie erogate a fine 2009. Si tratta, in altre parole, del centro pulsante del sistema. Intorno a questo centro gravitano numerosi soggetti, spesso caratterizzati da dimensioni e livelli di attività così minimali da mettere in serio dubbio le loro possibilità di sopravvivenza futura.
2012
XXXI
283
308
http://www.mulino.it/edizioni/riviste/scheda_rivista.php?issn=1120-9453
Marina Damilano; Paola De Vincentiis; Eleonora Isaia
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