Lungo il Settecento europeo, non unicamente secolo dei Lumi, il volume traccia e segue in un serrato itinerario a ritroso, attraverso testi di autori tedeschi, francesi, inglesi, olandesi e italiani, l’evoluzione teorico-critica del disegno, nella sua più vasta e articolata, anche lessicalmente ambigua, configurazione all’interno della dimensione artistica. Avviato da ciò che ad un tempo potrebbe rappresentarne la conclusione, ovvero il dialogo tra Schiller e Ludwig Tieck di fronte ai dipinti della Gemäldegalerie di Dresda (1801) dove si afferma l’esito percettivo fuorviante della pittura ad olio rispetto al disegno a puro contorno, le elaborazioni teoriche e le declinazioni critiche di quel soggetto multiforme chiamano sulla scena settecentesca intellettuali, filosofi, scrittori, poeti, artisti, conoscitori, collezionisti, e non solo. Una scena spesso animata da interpreti innovatori (Richardson, Dezallier d’Argenville) che solcano orizzonti concettuali (la complicità immaginativa declinata sul non-finito) ed estetici (linea della bellezza hogarthiana) densamente popolati da plausi e dissensi. Linea affascinante e intrigante nel suo mutare inavvertibilmente direzione, la linea hogarthiana scandisce una progressione concettuale europea del disegno risolta su terreni molto differenziati (la questione delle accademie - vedi Diderot -, le scuole pubbliche di disegno, e dunque di una amplificata dignità didattica e formativa assegnata al disegno),, tuttavia non esenti da affinità, tangenze, complementarietà, transitando anche per sentieri trascurati dalla storia e dalla critica d’arte. Maturata essenzialmente attraverso il disegno, chiude il volume la presa di coscienza dell’impossibilità di essere artista da parte di Goethe, che nel suo radicale classicismo oppositivo al pathos romantico, si sarebbe poi inoltrato in un Ottocento,carico della sua stessa profetica percezione dell’imminente svolta positivistica, nel quale il disegno avrebbe consumato il passaggio dalla dimensione della teoria a quella della poetica.

Il disegno nell’Europa del Settecento. Regioni teoriche ragioni critiche.

TORDELLA, Piera Giovanna
2012-01-01

Abstract

Lungo il Settecento europeo, non unicamente secolo dei Lumi, il volume traccia e segue in un serrato itinerario a ritroso, attraverso testi di autori tedeschi, francesi, inglesi, olandesi e italiani, l’evoluzione teorico-critica del disegno, nella sua più vasta e articolata, anche lessicalmente ambigua, configurazione all’interno della dimensione artistica. Avviato da ciò che ad un tempo potrebbe rappresentarne la conclusione, ovvero il dialogo tra Schiller e Ludwig Tieck di fronte ai dipinti della Gemäldegalerie di Dresda (1801) dove si afferma l’esito percettivo fuorviante della pittura ad olio rispetto al disegno a puro contorno, le elaborazioni teoriche e le declinazioni critiche di quel soggetto multiforme chiamano sulla scena settecentesca intellettuali, filosofi, scrittori, poeti, artisti, conoscitori, collezionisti, e non solo. Una scena spesso animata da interpreti innovatori (Richardson, Dezallier d’Argenville) che solcano orizzonti concettuali (la complicità immaginativa declinata sul non-finito) ed estetici (linea della bellezza hogarthiana) densamente popolati da plausi e dissensi. Linea affascinante e intrigante nel suo mutare inavvertibilmente direzione, la linea hogarthiana scandisce una progressione concettuale europea del disegno risolta su terreni molto differenziati (la questione delle accademie - vedi Diderot -, le scuole pubbliche di disegno, e dunque di una amplificata dignità didattica e formativa assegnata al disegno),, tuttavia non esenti da affinità, tangenze, complementarietà, transitando anche per sentieri trascurati dalla storia e dalla critica d’arte. Maturata essenzialmente attraverso il disegno, chiude il volume la presa di coscienza dell’impossibilità di essere artista da parte di Goethe, che nel suo radicale classicismo oppositivo al pathos romantico, si sarebbe poi inoltrato in un Ottocento,carico della sua stessa profetica percezione dell’imminente svolta positivistica, nel quale il disegno avrebbe consumato il passaggio dalla dimensione della teoria a quella della poetica.
2012
Leo S. Olschki
Biblioteca ‘Archivum Romanicum’, 414
1 (XIV-284 pp. e 16 tavv. fuori testo).
1
284
9788822262332
Teoria; critica; nascita della critica d'arte; estetica; disegno; progetto; schizzo; abbozzo; macchia; dessein; dessin; esquisse; croquis; pensée; jet; dessin arrêté; drawing; design; designing; sketch; blot; outline; Zeichnung; Enwurf; Umriβ; accademia; accademia militare; scuola di disegno (privata, gratuita reale e no); studio del nudo; Aktstudien; natura; Richardson padre e figlio; Dezailler d’Argenville; Hogarth e Lessing; Diderot; Hagedorn; Goethe; educazione al disegno (Rousseau); Descamps; Reynolds; Blake; Flaxman; gli Schlegel; Hemsterhuis; Füssli; Sulzer.
P.G. Tordella
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