Il lavoro approfondisce i rapporti tra libera circolazione di lavoratori e cittadini europei e pubbliche amministrazioni nazionali soffermandosi sull’evoluzione conosciuta dal diritto di libera circolazione nell’ordinamento europeo da una dimensione puramente economica, intesa a tutelare il solo cittadino “economicamente attivo” a quella di diritto fondamentale e personale del cittadino dell’Unione, che assume carattere fondativo delle ulteriori posizioni giuridiche soggettive ad esso riconosciute. Il diritto di libera circolazione e soggiorno ricomprende coloro che hanno o intendono instaurare un rapporto di impiego pubblico, salva la deroga per taluni “impieghi nelle pubbliche amministrazioni”, di cui è in ogni caso offerta un’interpretazione restrittiva (art. 45, § 4, TFUE). L’applicazione alle pubbliche amministrazioni nazionali della libertà di circolazione e soggiorno dei lavoratori europei circoscrive la tradizionale riserva in favore dei cittadini nazionali dell’accesso ai pubblici impieghi, di cui sono ripercorse le ragioni. La progressiva apertura della maggior parte degli impieghi pubblici ai cittadini europei delimita l’ammissibilità della riserva nazionale all’area dei “pubblici poteri”, da cui risulta una “nozione europea di pubblica amministrazione” strettamente correlata all’applicazione della libertà di circolazione e soggiorno, secondo un’evoluzione che si ritrova nella disciplina europea della concorrenza e nell’individuazione delle nozioni di organismo di diritto pubblico e organizzazione in house providing, di cui è offerta una ricostruzione al fine di una migliore comprensione degli effetti dell’ordinamento dell’Unione europea sulle pubbliche amministrazioni nazionali. Il lavoro si sofferma sulle procedure di reclutamento disciplinate dagli ordinamenti giuridici dei paesi membri, individuando un modello comune nel concorso pubblico, che ha saputo nel tempo soddisfare le ragioni di un reclutamento meritocratico e imparziale. L’approfondimento dei caratteri delle procedure concorsuali consente di identificare nel concorso pubblico un sistema idoneo a garantire un accesso alle pubbliche amministrazioni al riparo da irragionevoli discriminazioni in ragione della nazionalità dei candidati e dunque capace di offrire una garanzia alla libera circolazione dei lavoratori europei. Nell’approfondimento della relazione tra principio del concorso pubblico e libera circolazione dei lavoratori si analizzano i presupposti dell’effettivo accesso di questi ultimi alle pubbliche amministrazioni nazionali, con particolare attenzione alle norme in tema di mutuo riconoscimento di diplomi e qualifiche professionali che - seppur rivolte in via eminente ai professionisti – sono incontestabilmente efficaci anche con riguardo ai lavoratori dipendenti, specialmente ove per l’instaurazione dei rapporti si richieda la titolarità di qualifiche o diplomi determinati. Il lavoro procede quindi alla comparazione dei principi posti dall’ordinamento dell’Unione europea per lavoratori autonomi e subordinati e dell’attuazione ad essi offerta direttamente con norme di tale ordinamento (appalti) o con discipline poste dagli ordinamenti nazionali in ragione di una tradizione costituzionale comune (concorsi), individuando un “sistema” ispirato innanzi tutto da una ratio unitaria di tutela della concorrenza, che per i soli lavoratori subordinati trova un ulteriore fondamento nel diritto fondamentale dei cittadini europei di circolazione e soggiorno.

La libera circolazione dei cittadini europei e il pubblico concorso

GAGLIARDI, Barbara Sara Alessandra
2012-01-01

Abstract

Il lavoro approfondisce i rapporti tra libera circolazione di lavoratori e cittadini europei e pubbliche amministrazioni nazionali soffermandosi sull’evoluzione conosciuta dal diritto di libera circolazione nell’ordinamento europeo da una dimensione puramente economica, intesa a tutelare il solo cittadino “economicamente attivo” a quella di diritto fondamentale e personale del cittadino dell’Unione, che assume carattere fondativo delle ulteriori posizioni giuridiche soggettive ad esso riconosciute. Il diritto di libera circolazione e soggiorno ricomprende coloro che hanno o intendono instaurare un rapporto di impiego pubblico, salva la deroga per taluni “impieghi nelle pubbliche amministrazioni”, di cui è in ogni caso offerta un’interpretazione restrittiva (art. 45, § 4, TFUE). L’applicazione alle pubbliche amministrazioni nazionali della libertà di circolazione e soggiorno dei lavoratori europei circoscrive la tradizionale riserva in favore dei cittadini nazionali dell’accesso ai pubblici impieghi, di cui sono ripercorse le ragioni. La progressiva apertura della maggior parte degli impieghi pubblici ai cittadini europei delimita l’ammissibilità della riserva nazionale all’area dei “pubblici poteri”, da cui risulta una “nozione europea di pubblica amministrazione” strettamente correlata all’applicazione della libertà di circolazione e soggiorno, secondo un’evoluzione che si ritrova nella disciplina europea della concorrenza e nell’individuazione delle nozioni di organismo di diritto pubblico e organizzazione in house providing, di cui è offerta una ricostruzione al fine di una migliore comprensione degli effetti dell’ordinamento dell’Unione europea sulle pubbliche amministrazioni nazionali. Il lavoro si sofferma sulle procedure di reclutamento disciplinate dagli ordinamenti giuridici dei paesi membri, individuando un modello comune nel concorso pubblico, che ha saputo nel tempo soddisfare le ragioni di un reclutamento meritocratico e imparziale. L’approfondimento dei caratteri delle procedure concorsuali consente di identificare nel concorso pubblico un sistema idoneo a garantire un accesso alle pubbliche amministrazioni al riparo da irragionevoli discriminazioni in ragione della nazionalità dei candidati e dunque capace di offrire una garanzia alla libera circolazione dei lavoratori europei. Nell’approfondimento della relazione tra principio del concorso pubblico e libera circolazione dei lavoratori si analizzano i presupposti dell’effettivo accesso di questi ultimi alle pubbliche amministrazioni nazionali, con particolare attenzione alle norme in tema di mutuo riconoscimento di diplomi e qualifiche professionali che - seppur rivolte in via eminente ai professionisti – sono incontestabilmente efficaci anche con riguardo ai lavoratori dipendenti, specialmente ove per l’instaurazione dei rapporti si richieda la titolarità di qualifiche o diplomi determinati. Il lavoro procede quindi alla comparazione dei principi posti dall’ordinamento dell’Unione europea per lavoratori autonomi e subordinati e dell’attuazione ad essi offerta direttamente con norme di tale ordinamento (appalti) o con discipline poste dagli ordinamenti nazionali in ragione di una tradizione costituzionale comune (concorsi), individuando un “sistema” ispirato innanzi tutto da una ratio unitaria di tutela della concorrenza, che per i soli lavoratori subordinati trova un ulteriore fondamento nel diritto fondamentale dei cittadini europei di circolazione e soggiorno.
2012
Jovene
Memorie del dipartimento di Giurisprudenza
1
1
279
9788824321884
http://www.ius-publicum.com/pagina.php?lang=it&pag=doc&id=22&type=4
Libera circolazione dei lavoratori europei; libera circolazione dei cittadini europei; Cittadinanza europea; Integrazione europea; Principio di non discriminazione in ragione della nazionalità; Amministrazione europea; Concorsi pubblici; Mutuo riconoscimento dei diplomi e titoli professionali; Representative bureaucracy
Barbara Gagliardi
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