Aids e lavoro alla luce della recente giurisprudenza costituzionale italiana e comunitaria

Il saggio affronta il conflitto tra il diritto alla salute collettiva e il diritto di riservatezza dei lavoratori (ed aspiranti tali) sieropositivi all'HIV o malati di AIDS, affermando anzitutto che le specifiche caratteristiche di tale malattia (contagio secondo modalità tipiche, mancanza di cura, rischio di discriminazione ecc.) giustificano la scelta del legislatore italiano di porre il divieto di assoggettarli ad indagini diagnostiche relative alla presenza del virus. L'a. esamina, in particolare, le conseguenze dalla sentenza additiva di accoglimento della Corte costituzionale n. 218/1994, con cui la Consulta ha dichiarato incostituzionale il suddetto divieto in caso di lavori ad alto rischio di contagio, analizza poi la giurisprudenza dei giudici comunitari relativa al diritto di privacy dei dipendenti di istituzioni comunitarie sieropositivi all'HIV o malati di AIDS e mette infine a confronto gli orientamenti delle due alte corti.