I comuni disciplinano con norme di polizia locale l’esercizio delle attività economiche e più specificamente di quelle di estetista e “acconciatore”, stabilendo orari di esercizio, requisiti igienico-sanitari, norme sulla distribuzione territoriale e sulle qualifiche professionali degli operatori. Una giurisprudenza recente afferma l’incompatibilità delle norme sulle distanze minime tra un esercizio e l’altro o sulla sussistenza di un rapporto proporzionale con la popolazione residente in quanto incompatibili con la tutela della concorrenza, senza che possano ritenersi prevalenti le finalità di tutela dell’ordine pubblico ad esse sottese.
Disciplina locale dell’attività di estetista e tutela della concorrenza
GAGLIARDI, Barbara Sara Alessandra
2006-01-01
Abstract
I comuni disciplinano con norme di polizia locale l’esercizio delle attività economiche e più specificamente di quelle di estetista e “acconciatore”, stabilendo orari di esercizio, requisiti igienico-sanitari, norme sulla distribuzione territoriale e sulle qualifiche professionali degli operatori. Una giurisprudenza recente afferma l’incompatibilità delle norme sulle distanze minime tra un esercizio e l’altro o sulla sussistenza di un rapporto proporzionale con la popolazione residente in quanto incompatibili con la tutela della concorrenza, senza che possano ritenersi prevalenti le finalità di tutela dell’ordine pubblico ad esse sottese.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.