La firma (?) “Apollonios” su due famosi intagli di età ellenistica, recanti il ritratto di personaggi famosi o sovrani, ha indotto alcuni studiosi a postulare l’esistenza di un rinomato sfragista o intagliatore che lavorò nella cerchia della corte seleucide alla fine del III sec. a.C. Tuttavia, l’attribuzione su base stilistica di queste opere a una stessa bottega sembra meno plausibile quando le si analizza in dettaglio, e il quadro sembra ulteriormente complicato dalla scoperta a Seleucia al Tigri di alcune impronte di sigillo recanti i ritratti di sovrani seleucidi e notabili della città. Queste incongruenze permettono di ridiscutere i rapporti tra le varie opere siglate dal nome “Apollonios” e di proporre interpretazioni alternative sull’iconografia e lo stile degli intagli stessi e sull’identità – o le identità (?) – celate dietro quel nome. The signature (?) “Apollonios” on two famous Hellenistic engraved gemstones showing high-rank person’s –or royal– portraits allowed some scholars to postulate the existence of a reputed gem and coin engraver working for the Seleucid court at the end of the 3rd cent. BC. The stylistic attribution of these works to the same workshop seems however less convincing when analysed in depth, and this context is even more complicated by the discovery of some seal impressions, bearing the portraits of Seleucid rulers and notables, at Seleucia on the Tigris. These contradictions are discussed in the light of the latter documents, with the purpose of advancing alternative interpretations on the iconography and style of the engraved gemstones and the identity –or identities (?)– hidden under the name of “Apollonios”.

Apollonios at Seleucia on the Tigris?

MESSINA, Vito
2012-01-01

Abstract

La firma (?) “Apollonios” su due famosi intagli di età ellenistica, recanti il ritratto di personaggi famosi o sovrani, ha indotto alcuni studiosi a postulare l’esistenza di un rinomato sfragista o intagliatore che lavorò nella cerchia della corte seleucide alla fine del III sec. a.C. Tuttavia, l’attribuzione su base stilistica di queste opere a una stessa bottega sembra meno plausibile quando le si analizza in dettaglio, e il quadro sembra ulteriormente complicato dalla scoperta a Seleucia al Tigri di alcune impronte di sigillo recanti i ritratti di sovrani seleucidi e notabili della città. Queste incongruenze permettono di ridiscutere i rapporti tra le varie opere siglate dal nome “Apollonios” e di proporre interpretazioni alternative sull’iconografia e lo stile degli intagli stessi e sull’identità – o le identità (?) – celate dietro quel nome. The signature (?) “Apollonios” on two famous Hellenistic engraved gemstones showing high-rank person’s –or royal– portraits allowed some scholars to postulate the existence of a reputed gem and coin engraver working for the Seleucid court at the end of the 3rd cent. BC. The stylistic attribution of these works to the same workshop seems however less convincing when analysed in depth, and this context is even more complicated by the discovery of some seal impressions, bearing the portraits of Seleucid rulers and notables, at Seleucia on the Tigris. These contradictions are discussed in the light of the latter documents, with the purpose of advancing alternative interpretations on the iconography and style of the engraved gemstones and the identity –or identities (?)– hidden under the name of “Apollonios”.
2012
47
121
127
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VITO MESSINA
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