Le cellule B sono ritenute un valido bersaglio per la terapia dell’artrite reumatoide (AR). Rituximab è un anticorpo monoclonale chimerico che lega l’antigene CD20 sulla superficie delle cellule pre-B e delle cellule B. Il legame dell’anticorpo a CD20 attiva eventi di citotossicità cellulo- e complemento-mediata e promuove l’apoptosi delle cellule che espongono questo antigene; la somministrazione di rituximab produce, di conseguenza, una graduale e reversibile deplezione dei linfociti B periferici senza compromettere direttamente la generazione di queste cellule da parte del midollo osseo. L’efficacia e la sicurezza di singoli cicli di rituximab sono state valutate in studi precedenti (Edwards et al. NEJM 2004, 350: 2572-81; Edwards et al. Rheumatology 2001, 40: 205-11; Emery et al., Arthritis Rheum 2006, 54: 1390-400; Cohn et al., Arthritis Rheum 2006, 54: 2793-806). Poiché l’AR è una malattia cronica, il trattamento farmacologico che ha come bersaglio le cellule B deve essere mantenuto nel tempo per ottenere un controllo continuativo della malattia. Da qui, l’importanza di valutare il rapporto beneficio/rischio di un trattamento ripetuto con rituximab. Lo scopo dello studio di Keystone et al. è stato determinare l’efficacia e la sicurezza di cicli addizionali di rituximab in pazienti affetti da AR in fase attiva e già trattati con il farmaco.
Sicurezza ed efficacia di cicli ripetuti di rituximab in pazienti con artrite reumatoide in fase attiva
MIGLIO, Gianluca
2008-01-01
Abstract
Le cellule B sono ritenute un valido bersaglio per la terapia dell’artrite reumatoide (AR). Rituximab è un anticorpo monoclonale chimerico che lega l’antigene CD20 sulla superficie delle cellule pre-B e delle cellule B. Il legame dell’anticorpo a CD20 attiva eventi di citotossicità cellulo- e complemento-mediata e promuove l’apoptosi delle cellule che espongono questo antigene; la somministrazione di rituximab produce, di conseguenza, una graduale e reversibile deplezione dei linfociti B periferici senza compromettere direttamente la generazione di queste cellule da parte del midollo osseo. L’efficacia e la sicurezza di singoli cicli di rituximab sono state valutate in studi precedenti (Edwards et al. NEJM 2004, 350: 2572-81; Edwards et al. Rheumatology 2001, 40: 205-11; Emery et al., Arthritis Rheum 2006, 54: 1390-400; Cohn et al., Arthritis Rheum 2006, 54: 2793-806). Poiché l’AR è una malattia cronica, il trattamento farmacologico che ha come bersaglio le cellule B deve essere mantenuto nel tempo per ottenere un controllo continuativo della malattia. Da qui, l’importanza di valutare il rapporto beneficio/rischio di un trattamento ripetuto con rituximab. Lo scopo dello studio di Keystone et al. è stato determinare l’efficacia e la sicurezza di cicli addizionali di rituximab in pazienti affetti da AR in fase attiva e già trattati con il farmaco.File | Dimensione | Formato | |
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