In genere modificare i fattori di rischio consente di ottenere una maggiore diminuzione del rischio relativo di malattia cardiovascolare (MCV) degli individui in peggior “stato di salute”. Ad esempio, l’abbassamento della pressione arteriosa (PA) comporta una diminuzione superiore del rischio di infarto del miocardio (IM) e di stroke tra gli individui con diabete mellito (DM), rispetto a quelli senza DM. Pertanto, è intuitivo ipotizzare che un’aggressiva correzione della PA possa tradursi in una diminuzione superiore degli eventi di MCV tra gli individui con DM e obesità centrale, rispetto a quelli con solo DM. I risultati dell’ACCORD Blood Pressure Trial hanno dimostrato che un trattamento intensivo dell’ipertensione arteriosa (PA sistolica <120 mm Hg) in individui con DM di tipo 2 e ipertensione non ha diminuito la frequenza dell’outcome primario composito di morte cardiovascolare, IM non fatale o stroke non fatale e degli outcome secondari, ad eccezione dello stroke (ACCORD Study Group NEJM 2010;362:1575–1585; SIF-Farmaci in Evidenza n°55 del 1/4/2010). In base all’ipotesi che un trattamento intensivo dell’ipertensione arteriosa possa risultare in una diminuzione superiore del rischio di MCV tra gli individui con grado maggiore di obesità centrale, in questa analisi post-hoc dei dati dell’ACCORD Blood Pressure Trial è stato esaminato se l’obesità centrale ha modificato il rischio degli outcome di MCV tra i pazienti randomizzati al trattamento intensivo dell’ipertensione vs quello standard (PA sistolica <140 mm Hg).

Il trattamento intensivo dell’ipertensione arteriosa non migliora gli outcome cardiovascolari di pazienti con ipertensione, diabete e obesità centrale: un’analisi post-hoc dei dati dell’Action to Control Cardiovascular Risk in Diabetes (ACCORD) Blood Pressure Trial

MIGLIO, Gianluca
2012-01-01

Abstract

In genere modificare i fattori di rischio consente di ottenere una maggiore diminuzione del rischio relativo di malattia cardiovascolare (MCV) degli individui in peggior “stato di salute”. Ad esempio, l’abbassamento della pressione arteriosa (PA) comporta una diminuzione superiore del rischio di infarto del miocardio (IM) e di stroke tra gli individui con diabete mellito (DM), rispetto a quelli senza DM. Pertanto, è intuitivo ipotizzare che un’aggressiva correzione della PA possa tradursi in una diminuzione superiore degli eventi di MCV tra gli individui con DM e obesità centrale, rispetto a quelli con solo DM. I risultati dell’ACCORD Blood Pressure Trial hanno dimostrato che un trattamento intensivo dell’ipertensione arteriosa (PA sistolica <120 mm Hg) in individui con DM di tipo 2 e ipertensione non ha diminuito la frequenza dell’outcome primario composito di morte cardiovascolare, IM non fatale o stroke non fatale e degli outcome secondari, ad eccezione dello stroke (ACCORD Study Group NEJM 2010;362:1575–1585; SIF-Farmaci in Evidenza n°55 del 1/4/2010). In base all’ipotesi che un trattamento intensivo dell’ipertensione arteriosa possa risultare in una diminuzione superiore del rischio di MCV tra gli individui con grado maggiore di obesità centrale, in questa analisi post-hoc dei dati dell’ACCORD Blood Pressure Trial è stato esaminato se l’obesità centrale ha modificato il rischio degli outcome di MCV tra i pazienti randomizzati al trattamento intensivo dell’ipertensione vs quello standard (PA sistolica <140 mm Hg).
2012
107
15
17
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ipertensione arteriosa
Gianluca Miglio
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